Rimini. Anche gli agriturismi costretti a chiudere

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Inizio di anno in salita anche per gli agriturismi, alle prese con un calo significativo del turismo e delle gite fuori porta. «Il 2021 si è chiuso con quasi un milione di arrivi in meno rispetto al prima della pandemia – stima Coldiretti –. E per effetto della nuova crisi, i contributi previsti dal decreto del Ministero del turismo del 24 agosto 2021 non sono sufficienti a garantire la sostenibilità economica ed occupazionale». «C’è il rischio che si profili il trend del 2021, quando gli agriturismi hanno cominciato a fatturare solo nel mese di aprile o maggio – aggiunge Gianpietro Bisagni presidente di Agriturist Emilia-Romagna (Confagricoltura) –. Una condizione insostenibile per due anni di fila».

«Siamo a terra»

«Sta andando malissimo. Non male, più che male – commentano dall’agriturismo Germano reale di Coriano –. Abbiamo addirittura chiuso il ristorante, perché, fra il personale che è in quarantena o in isolamento e i clienti che prenotano poi disdicono, si fa fatica a fare dei piani di aperture e di chiusure. Normalmente, in questo periodo lavoravamo sempre nei fine settimana e lavoravamo bene. Considerando come stanno andando le cose, però, abbiamo deciso di chiudere. Rimane aperta una piccola parte dell’albergo, solamente qualche camera. E ne stiamo approfittando per fare alcuni lavori. Ma dal punto di vista lavorativo siamo proprio a terra». Come se questo non fosse sufficiente, «è veramente difficile trovare personale, perché in molti hanno cambiato mestiere – aggiungono – e non arrivano i curricula: sono tre mesi che abbiamo pubblicato degli annunci di lavoro, ma non ne arrivano».

«Situazione triste»

«La situazione è piuttosto triste – gli fanno eco dall’agriturismo Il vigneto di Rimini –. Abbiamo avuto un fortissimo calo delle richieste, tanto è vero che sono oramai dieci giorni che siamo chiusi. Stiamo alla finestra ad aspettare tempi migliori e che la gente torni ad avere fiducia, perché è di questo, sostanzialmente, che si tratta: le persone hanno paura, quindi non c’è movimento». A rendere ancora più spiacevole il momento, il fatto che «è la prima volta che chiudiamo in questa maniera – continuano –. Fino ad oggi non ci era mai capitato di chiudere per mancanza di domanda. Magari chiudevamo perché eravamo oberati di lavoro in campagna o perché i nostri collaboratori chiedevano le ferie. Non è mai successo».

«Difficile lavorare così»

«Lavoriamo esclusivamente su prenotazione e questo ci ha sempre aiutato. In questo momento, però, troviamo ancora persone che cadono dalle nuvole sull’obbligo del green pass – raccontano dall’agriturismo a conduzione familiare Ca’ Melucci di Montefiore Conca –. A parte questo, si prenota, poi si disdice, poi si riprenota, poi sta male una persona, poi non vengono . E’ veramente complicato lavorare così. Infatti per Capodanno siamo stati chiusi». Anche perché «tutte le volte ci esponiamo – proseguono –. Non facciamo la spesa, utilizziamo i nostri prodotti, però anche quelli sono da preparare e ci ritroviamo a fare delle preparazioni che poi non possiamo utilizzare. Ci ritroviamo comunque ad avere delle spese. Non abbiamo personale, però siamo comunque due famiglie che devono vivere».

«Un disastro»

«La parte ristorativa è un disastro come per tutti i ristoranti – chiudono la panoramica dall’agriturismo Le calastre di Rimini –. C’è sempre qualche dipendente che manca ed è cambiato il modo di lavorare: la gente non prenota più, chiama dieci minuti prima di arrivare perché non sa chi c’è o non c’è. E’ difficile organizzarsi, perché c’è caso di avere cinque persone o di averne trenta». Inoltre, «camere vuote – aggiungono –. Non ci sono prenotazioni, zero. Con il fatto che sono saltate le fiere, neanche a parlarne».

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