Novantenne fa accoppiare gatti consanguinei e getta ogni cucciolata nell’immondizia. Un quadro agghiacciante quello emerso dal primo intervento traghettato al lieto fine dall’Ufficio tutela diritti e benessere animale che ha aperto i battenti il 1° luglio sotto il patrocinio del Comune. Lo sportello, voluto dall’assessora competente Francesca Mattei, è nato dalla sinergia tra amministrazione e tre enti, ossia Enpa, Cooperativa Cento fiori e guardie zoofile “Fare ambiente”.
Raffica di orrori
A raccontare il primo della trentina di casi finora seguiti è la 53enne Tatiana Nigro, una delle cinquanta volontarie che ogni giorno gettano il cuore oltre l’ostacolo. «Purtroppo – esordisce Nigro – disfarsi delle cucciolate appena nate gettandole nei cassonetti è una prassi rilevata spesso e non soltanto nelle campagne. Rientra in questa casistica la prima storia fronteggiata nel luglio scorso dall’ufficio che ha visto protagonista una 90enne, verso la zona nord, con tre gatti imparentati fra loro. La donna non ha mai provveduto a prendersi cura delle bestiole dal punto di vista veterinario né a sterilizzare le femmine. Come se non bastasse i vicini hanno segnalato anche malnutrizione. Fatto sta che i mici abitavano in giardino e si accoppiavano tra loro e alla nascita di ogni cucciolata si ripeteva lo stesso copione: la 90enne metteva i piccoli in un sacchetto buttandoli tra i rifiuti, facendoli così morire.
Adesso basta
«Quando siamo intervenuti l’idea iniziale era prendere le gatte, farle partorire in sicurezza per poi sterilizzarle e restituirle alla proprietaria, ma sono arrivate accuse di malnutrizione così, non senza fatica e ricevendo più di uno spintone, abbiamo convinto la signora a affidarci i tre, contando sull’aiuto di sua figlia. Una delle gatte ha partorito appena salita sulla nostra auto e l’altra la sera stessa».
Ma è un finale felice a metà. «Purtroppo per scarsa nutrizione e consanguineità degli 8 cuccioli se ne sono salvati tre, tutti però con problemi neurologici che li fanno tremare come se avessero il Parkinson. In attesa dell’adozione si trovano in stallo da una volontaria».
Prossimi step
Allargando il campo, Nigro spiega che tra i più maltrattati prevalgono i cani, proprio per caratteristiche etologiche, visto che dipendono dal padrone anche per i propri bisogni fisiologici. Seguono gatti e volatili tenuti in gabbie troppo anguste e esposte al sole.
Numerosi i progetti al vaglio dell’ufficio, che lavora in forma gratuita, come ad esempio creare un’unità di strada che soprattutto di sera controlli lo stato di salute degli animali dei clochard, oltre a realizzare percorsi educativi nelle scuole per insegnare a livello multietnico il rispetto per gli animali. Non mancheranno raccolte solidali di cibo per le persone che fanno fatica a sfamare i loro amici a quattro zampe per evitare che siano costretti a darli via, oltre che volontari pronti ad accudire gli animali degli anziani finiti in lunga degenza. Contatti: ufficiobenessereanimale@comune.rimini.it e al numero di telefono 347.6988629.
a 90anni cosi’ cattiva invece di avere saggezza. ha mai pensato ad uno ospizio anziche’ ammazzare poveri gattini?!!!
quanta cattiveria povere creaturine,una donna di quell’eta’dovrebbe essere saggia e compassionevole santo cielo😡
che schifo !!!ma riescono anche a dormire poi la notte!!!!!