Oltre 200 euro in più al mese, qualcosa come 2.500 euro in più all’anno. È quanto spenderà in più, quest’anno, ogni cittadino riminese per restituire alla banca i soldi ricevuti in prestito attraverso un mutuo a tasso variabile.
L’appello
Situazione così insostenibile da spingere Federconsumatori Rimini a lanciare un vero e proprio allarme al Governo: «È necessario uno sforzo consistente in una fase delicata come quella attuale, con famiglie messe in ginocchio da rate a tasso variabile e fisso». Per questo, sottolinea il presidente dell’associazione dei consumatori, Graziano Urbinati «è necessario prevedere un ampliamento del fondo di solidarietà Gasparrini per i mutui sulla prima casa, concedendo l’accesso anche a chi è in mora da oltre 90 giorni, e consentire la rinegoziazione del mutuo con rate sostenibili, per esempio differendo il pagamento di una quota degli interessi aggiuntivi maturati».
Ma per rendere chiaro il peso che queste operazioni bancarie (il rialzo, appunto, dei tassi d’interesse operato dalla Bce per frenare l’inflazione) hanno sul bilancio delle famiglie, Federconsumatori passa ai numeri: «Nel caso di un mutuo a tasso variabile di 115.000 euro per 25 anni – sottolinea l’associazione – la rata mensile ha subìto un aumento medio del +44%, rispetto al 2022, e del +64% sul 2021. Questo si traduce, nel confronto con l’anno precedente, in un aggravio di +212,43 euro al mese, ovvero +2.549,16 euro annui. Aumenti insostenibili per molte famiglie, anche alla luce del rincaro generalizzato dei prezzi, dall’energia al settore alimentare, che ha fatto lievitare a dismisura il costo della vita».

Numeri da paura
E se il tasso variabile sta prosciugando, oggi, il portafogli di molti cittadini, quello fisso si prepara a farlo domani. Continua Federconsumatori: «Stipulando un mutuo a tasso fisso si avrebbe una rata più onerosa, mediamente del 6%, rispetto a quella di un mutuo a tasso fisso stipulato nel 2022. Ma ancor più impressionante è il divario con la rata del 2021, che segna un +31%. Il costo di un mutuo a tasso fisso di 115mila euro, per 25 anni, stipulato nel 2023 – evidenzia Federconsumatori – è mediamente più alto di 9.916,20 euro rispetto al 2022. Ma l’aumento più allarmante si evidenza estendendo il confronto al 2021, ovvero prima che i tassi iniziassero la loro scalata: dal raffronto 2023/2021 emerge, infatti, un divario del costo complessivo per stipulare un mutuo a tasso fisso di 41.682,60 euro». Chiosa, allora, il presidente Urbinati: «E’ urgente consentire la rinegoziazione o la surroga a tasso fisso, quella prevista dal Governo in legge di Bilancio, anche ai morosi e ampliare la soglia Isee e il limite massimo del mutuo per fruire di tale opzione». Comunque, chi volesse valutare una sospensione, una surroga o una rinegoziazione del mutuo stipulato, può rivolgersi agli sportelli di Federconsumatori Rimini.