Rimini, alcolismo la piaga si allarga: "Troppi minorenni ubriachi"

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È quella dell’alcol la piaga più pericolosa. La dipendenza è in forte espansione nella provincia di Rimini. Con cocaina, eroina, ma anche gioco d’azzardo, a diffondersi, comunque, con regolarità dal pre Covid ad oggi, senza flessioni o cali sensibili. E questo dalla Riviera all’entroterra. È quanto emerge dall’analisi dei dati effettuata dal Servizio per le tossicodipendenze di Rimini (Sert). Commenta il direttore Teo Vignoli: «Le persone con dipendenza da alcol sono aumentate di un buon 20% rispetto al 2019. Con un dato che ci preoccupa fortemente: l’abbassamento dell’età dell’assunzione e, soprattutto, lo sviluppo del fenomeno del binge-drinking (assunzione di elevate quantità di alcol in poche ore, ndr) tra i minorenni, ma anche nella fascia 18-24 anni, con relativi ricoveri in pronto soccorso. Le cause? Diciamo che il Covid ha influito, soprattutto sui più giovani, creando in loro un senso di smarrimento e di insicurezza del futuro». E così, dopo un calo di ingressi durante gli anni della pandemia, 2020 e 2021 in cui si era registrato un -13%, per via di chiusure e lockdown, i numeri delle dipendenze sono tornati quelli del pre Covid.

Nell’anno in corso

E già nel primo semestre 2022: «Facendo un breve calcolo – sottolinea Vignoli –, posso dire che nei primi sei mesi dell’anno abbiamo registrato un rimbalzo significativo, con 2242 ingressi per un trend che, a fine anno, ricalcherà sicuramente quello del 2019, quando registrammo 3078 utenti in cura (lo 0,9% della popolazione residente nella provincia di Rimini, ndr). Se non addirittura superiore. Ma attenzione al sommerso. Cioè a quanti non si rivolgono al Sert». Vediamoli questi numeri, differenziati anche per dipendenza da sostanza: a guidare la classifica sono sempre i tossicodipendenti da cocaina ed eroina (1235 persone), seguono gli alcolisti (805, dato in forte aumento rispetto al 2019), quindi i tabagisti (118), i giocatori d’azzardo (65) e, infine, i dipendenti da gaming, i video giochi insomma (19).

Chi si rivolge al Sert

Qual è il profilo dell’utente Sert di Rimini? Il livello sociale piuttosto che quello culturale? «Il 40% sono disoccupati o lavoratori stagionali, poi c’è un 35% di operai – precisa il direttore –. Diciamo che le dipendenze colpiscono principalmente, secondo i nostri dati, le classi più fragili della società. Si rivolgono, però, a noi, seppur in minima parte, anche piccoli imprenditori, come albergatori o ristoratori, e professionisti. Classi sociali benestanti, quindi. Anche se, va precisato, che, solitamente, chi è più facoltoso e soffre di dipendenza si rivolge ad altre reti assistenziali, magari private e non pubbliche come, appunto, il Sert». Dai dati elaborati dal Servizio per le tossicodipendenze di Rimini, poi emerge una bassa percentuale di minori (15-18 anni) in cura: 1%. Più alta, invece, quella delle donne, 25%, tuttavia inferiore a quella degli uomini, 75%. Tra le fasce d’età più colpite da questi fenomeni di dipendenza c’è quella compresa tra 35 e 44 anni (25%) e la 45-54 anni con un altro 25%, quindi gli over 55 anni (20%). Poi arrivano i giovani tra i 25 e i 35 anni (20%), e gli under 24 (10%) tra cui l’1% di minorenni (15-18 anni). «E per questa fascia di popolazione molto fragile i giovanissimi appunto – conclude Vignoli –, abbiamo creato, a Rimini e Riccione, dei luoghi meno stigmatizzanti, denominati “Case ludiche”, nei quali è più facile accedere nel pieno rispetto della privacy».

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