Rimini. Adunata alpini: previsto un indotto di trenta milioni

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Un’invasione in piena regola. Allegra. Pacifica. Ordinata. Ma, soprattutto, generosa. Per l’intera economia riminese. Stiamo parlando dell’Adunata degli Alpini (5-8 maggio), che si preannuncia come l’evento per eccellenza. Da record di presenze. Con l’arrivo, come annunciato dalla stessa Associazione nazionale Alpini al Corriere di Romagna, di almeno 400 mila persone tra penne nere, familiari e appassionati, e una ricaduta, sul territorio, in termini di ricchezza prodotta, di decine di milioni di euro. Cifre inimmaginabili, insperate, per il periodo. Ma soprattutto per un momento storico devastante come quello che stiamo attraversando, contrassegnato dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina.

Esulta Patrizia Rinaldis, presidente dell’Associazione albergatori riminesi: «Dei seicento hotel aperti che gravitano su Rimini, ad oggi non ce n’è nemmeno uno libero per quel periodo. Siamo al tutto completo. Sintomo di quanto sia sentito questo appuntamento. Certo, magari potrà liberarsi qualche camera, per via di disdette dell’ultim’ora, ma soltanto a ridosso della manifestazione».

Ciò che, però, interessa il tessuto produttivo della Riviera è il ritorno economico che la grande Adunata potrà assicurare. In termini di fatturato e di posti di lavoro. Perché, se pensiamo che l’Adunata di Trento, del 2018, (stiamo parlando di un capoluogo montano, del profondo nordest, e non della Capitale italiana del turismo, ricca di mare, sole, e luoghi di divertimento), come riportavano, all’epoca, le cronache locali di quella città (La Voce del Trentino), garantì all’economia trentina qualcosa come 120 milioni di euro di nuove entrate, per l’80% concentrate sul territorio interessato dall’Adunata, non possiamo non immaginare la ricaduta che la manifestazione potrà avere su Rimini e provincia, in termini di Pil prodotto.

E le categorie già fanno le prime stime. Ipotetiche, approssimative, ma tuttavia attendibili. Per il settore ricettivo, ad esempio, si può già cominciare a parlare di entrate per una ventina di milioni di euro. Considerando, però, solo il venerdì notte ed il sabato notte, e non i quattro giorni dell’evento.

Le stime

Spiega la Rinaldis: «Voglio tenermi bassa, su cifre prudenziali. Ma facendo un piccolo conto, in quel weekend, 6 e 7 maggio, potremmo fatturare, solo come filiera alberghiera, tra i 18 e i 20 milioni di euro. Questo, però, considerando non il totale dei 400mila arrivi previsti dall’Associazione Alpini, ma la metà, tra i 200 ed i 250mila (gli altri sono quelli che opteranno per le tende, i camper o la toccata e fuga, ndr), e ipotizzando una spesa media giornaliera, tra pernottamento e prima colazione e mezza pensione, di 40 euro a persona». Lo ha specificato appositamente la presidente Aia: solo per la filiera alberghiera. Perché questa massa gigantesca di turisti con la penna nera consumeranno pasti e spenderanno per altri beni necessari e anche futili. Solo nei ristoranti, ad esempio, si può ipotizzare un ritorno economico approssimativo, ma comunque non distantissimo dalla realtà, di 7-8 milioni di euro: parametrando la stima a 100-150 mila persone e ad una spesa pro capite di 35 euro al giorno, nei due giorni (6 e 7 maggio). Una cosa, comunque, è certa: a queste prime cifre bisognerà aggiungere tutto l’indotto: gelaterie, piadinerie, supermercati, negozi di abbigliamento, fino alle assunzioni.

Quello che l’Adunata nazionale degli Alpini significherà per Rimini lo possiamo già evincere dai dati che VisitRimini, il portale di informazione, accoglienza e promozione turistica, ci comunica ad un mese esatto dall’evento. In termini di prenotazioni alberghiere effettuate.

Sottolinea Valeria Guarisco, destination manager della società riminese che opera sul territorio con sei uffici dislocati tra Rimini e Marina centro, Viserba e Miramare: «Un mesetto fa abbiamo effettuato un sondaggio tra i seicento alberghi di Rimini aperti nel periodo dell’Adunata, tra il 5 e l’8 maggio. Ebbene, il 65% ci ha detto di essere già al completo. E ribadisco, un mese fa». Ad oggi, quindi, come del resto ci ha confermato la stessa Associazione degli albergatori (vedi pezzo in alto), la situazione la si può tranquillamente definire da pienone ovunque.

«Ma da questo dato (quello relativo al 65% di hotel già pieni un mese fa, ndr) – precisa la manager riminese – non possiamo dirvi quanti sono i turisti che verranno a Rimini, in quei giorni, per assistere o partecipare all’Adunata degli Alpini, e quanti, invece, sono quelli che verranno solo per trascorrere alcuni giorni di vacanza con famiglia». Anche se, dai numeri comunicatici dall’Associazione Alpini, «400 mila arrivi previsti», la maggioranza non potrà che indossare la penna nera sul cappello. Se poi ci rifacciamo alle cronache giornalistiche trentine che nel 2018, in occasione dell’Adunata Alpini che si tenne a Trento, parlarono di 500 mila persone presenti in città (La Voce del Trentino), allora possiamo facilmente immaginare che moltissimi dovranno ripiegare, oltre che sulle tende e sui camper, anche sugli hotel della provincia, da Cattolica a Misano, da Riccione a Bellaria, fino, addirittura, a sconfinare nella Repubblica di San Marino. «E pensate – conclude la presidente degli albergatori, Patrizia Rinaldis – che nelle altre località della provincia di Rimini gravitano ulteriori 400 hotel».

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