Rimini. Addio Baffoni, storico missionario della Giovanni XXIII

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«Con grande dolore vi annuncio la salita al Padre di Oscar Baffoni nostro fratello di comunità già responsabile di zona e missionario deceduto per infarto nella festa del Corpus Domini. Vi chiedo preghiere perché il Signore lo accolga nel suo Regno di gioia e pace». Con queste parole Giovanni Ramonda, a capo della Comunità Papa Giovanni XXIII, ha dato la notizia della morte di Baffoni, deceduto ieri mattina, a 60 anni. Per anni è stato uno delle colonne portanti, missionario in Africa, poi in Bolivia, Cile, Perù, infine in Bangladesh, India, Sri Lanka, riuscendo sempre a trovare da solo i soldi per finanziare autonomamente tutte le missioni. Quando era morto don Benzi, ormai 15 anni fa, proprio Baffoni aveva raccontato di come il prete degli ultimi gli aveva cambiato la vita dopo che per anni, aveva raccontato al Corriere Romagna, aveva potuto permettersi i vizi, «di ogni genere, senza badare mai a spese: non mi mancava niente, avevo tutto quello che un uomo può desiderare a livello materiale, ma in realtà dentro di me non possedevo granché, e un vuoto enorme mi stava divorando». Baffoni però già dal 1990 aveva rivoluzionato la sua esistenza: «Mi trovavo alla stazione di Riccione - aveva raccontato - seduto su una panchina in attesa che arrivasse una mia amica. Ero in condizioni pietose, e don Benzi, che si trovava lì per aiutare i senzatetto, passò e si accorse subito della mia disperazione. Gli bastò guardarmi negli occhi per qualche secondo. Pochi secondi che gli permisero di dare un senso a una vita che fino a quel momento non ne aveva mai avuta». Da allora Oscar, che lascia una moglie e due figli, si era impegnato nella comunità aprendo numerose case famiglia e aiutando sempre i più bisognosi, ed era anche un pittore e uno scultore di talento. Sempre nel ricordo di don Oreste Benzi, che quella notte di 32 anni fa lo portò con sé alla Papa Giovanni XXIII, cambiandolo per sempre.

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