Rimini. Addio al Duca delle percussioni

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Quei timbales sui quali sprigionava tutta la sua arte non avranno più lo stesso suono, il sound latino americano perde una delle sue “voci” più popolari, quella del Duca, per 26 anni anima e cuore dei Caiman. «Senza di lui non avremmo dato una svolta al nostro gruppo è anche grazie a lui se siamo ancora qui da oltre trent’anni». E’ un ricordo commosso quello di Daniel Alberto Bruhn, per lui Ansaldo “Duke” Labarrera era più di un amico, di un compagno di musica, era parte della famiglia.

«Il Duca era entrato nei Caiman nel 1996 – ricorda – era arrivato in Italia un anno prima con La Sonora Caribeña, il gruppo cubano di cui faceva parte e diversi di loro avevano deciso di rimanere in Italia».

Un incontro fulminante per Daniel durante una esibizione al Moxie di Riccione. «Sapevo che era tra il pubblico, avevo una grande ammirazione per lui e così lo invitai ad entrare nel nostro gruppo». Fu così che Ansaldo “Duke” Labarrera iniziò a girare l’Italia e l’Europa con i Caiman portando il suo sound cubano nella band argentina.

La fama del Duca lo precede. «Veniva da una famiglia di grandi musicisti cubani, suo zio era il conguero (suonatore di conga, ndr) dei Los Van Van, il più famoso gruppo musicale cubano e lui stesso si era esibito da giovane nel gruppo». Ed è stato il Duca a portare la contaminazione della salsa cubana nei ritmi latino americano dei Caiman. «Ha portato quel vento tropicale nei nostri ritmi argentini – sottolinea Daniel Alberto Bruhn – per noi è stato un maestro ed è anche grazie a lui che i Caiman sono andati avanti».

Ma il sodalizio con il gruppo si era interrotto nel 2020. «La pandemia ci ha allontanati un po’ tutti, il Duca aveva deciso di lasciare il gruppo per motivi personali, voleva cambiare stile di vita; la nostra ci costringe a ritmi difficili, sempre in viaggio come zingari. E il Duca era molto attento alla sua salute un po’ fragile ed aveva avuto da poco un figlio che adesso ha due anni, il più piccolo di cinque figli. Ma la sua morte, a soli 56 anni, ha lasciato tutti noi devastati, è stato un fulmine a ciel sereno». Daniel e il Duca si era visti da poco, «a settembre» ricorda «lo avevo trovato bene, snello, camicia bianca, le sue immancabili collane d’oro, diciamo che l’avevo visto come lui si piaceva, era in forma».

In attesa dell’ultimo saluto, domani pomeriggio alle 15 nella chiesa di San Paterniano a Villa Verucchio (dove viveva con la compagna e il figlio), i social si sono riempiti di omaggi per Asnaldo “Duke” Labarrera, tutti accomunati dal ricordo di una persona sempre sorridente e dalla gentilezza fuori dal comune. Dolce, cortese, umile, ma soprattutto un grande musicista, un grande percussionista che ha lasciato un vuoto non solo nel suoi pubblico e tra i suoi colleghi ma anche nei suoi allievi: «Un uomo che viveva immerso nella sua passione... Quella che ci hai sempre trasmesso quando da ragazzino mi insegnavi la tua arte».

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