Rimini. Addio a Franco Cappelli, simbolo dell'Inter Club

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Sarà per sempre il “presidentissimo”, guida e simbolo dell’Inter Club “Mario Bertini”. Franco Cappelli lunedì ha chiuso gli occhi all’età di 79 anni. Era nato il 18 luglio 1942, come Giacinto Facchetti, leggendario campione nerazzurro. Albergatore, fratello di Bruno conosciuto in città anche come “Garibaldi”, Cappelli da qualche tempo non stava bene e i funerali sono stati celebrati giovedì in forma strettamente privata. Battuta sempre pronta, immancabile sorriso sotto i baffi, sarà ricordato per il suo amore nerazzurro, le infinite trasferte, la nascita dell’Inter Club prima in via Destra del Porto, poi il trasloco all’Ina Casa e infine a Marebello.

Il “grande amore”

L’Inter Club fu “battezzato” alla fine degli Anni Ottanta e Cappelli rimase al timone fino al 2009. «Sono triste - raccontò in quei giorni al “Corriere di Rimini” -. Non è stata una decisione semplice, l’Inter Club è stata una mia creatura. Sono diventato presidente nel 1988-89, l’anno dello scudetto di Trapattoni, me ne vado dopo l’ennesimo tricolore, sono entrato vincente me ne vado vincente. Mi sono divertito e ho sofferto, sono il prototipo del classico tifoso interista». Il Club riminese è dedicato a Mario Bertini non a caso. Fu proprio Cappelli a raccontarlo. «Innanzitutto perché il suo ultimo gol nell’Inter l’ha fatto alla Juventus e già per questo è un idolo - amava raccontare il “presidentissimo” in più di una occasione -. Poi perché dall’Inter fu trasferito al Rimini, i primi giorni li passò da me (Cappelli ha gestito negli anni alcuni hotel, ndr) e l’amicizia è rimasta intatta negli anni».

Il “ricordo”

Grande appassionato di calcio, alla guida del tifo nerazzurro, Franco Cappelli ha organizzato numerose trasferte al seguito della squadra del cuore e ha conosciuto giocatori e allenatori, fra cui Giacinto Facchetti e Osvaldo Bagnoli. Di Facchetti divenne anche amico. «Un grandissimo - raccontò sempre Cappelli - fu proprio Mario Bertini a farmelo conoscere. Fu una gran bella soddisfazione quando la società mi invitò a Milano come presidente di uno dei club più attivi d’Italia. E in quel periodo a capo dell’Inter c’era Facchetti». Amici e conoscenti in queste ore, specie sui social, ricordano Franco Cappelli con affetto, i suoi baffi, il suo sorriso, la simpatia, le risate in occasione delle trasferte, la battuta bonaria dedicata agli avversari calcistici di sempre. Per tutti una sola certezza che lo stesso Cappelli scandì il giorno del suo addio alla guida dell’Inter Club: «Sarò sempre il presidentissimo».

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