Rimini. Acquista una casa piena di abusi: architetta denunciata

Vuol ristrutturare la casa acquistata sfruttando il SuperBonus 110 ma scopre di non poter accedervi perché l’immobile è un clamoroso concentrato di irregolarità edilizie. E così si vede costretta a salire al terzo piano del palazzo di giustizia di Rimini accompagnata dall’avvocato Stefano Caroli per depositare una denuncia querela dove ipotizza i reati di truffa aggravata a carico del venditore dell’immobile e di falso ideologico l’architetta che ha redatto l’atto di conformità edilizia e catastale dell’appartamento. Senza quello, infatti, la compravendita non sarebbe stata possibile. Ecco perché non è da escludere che la via legale intrapresa dall’acquirente possa essere seguita anche dal notaio estensore del rogito se la falsità della certificazione sarà confermata dalla procura della Repubblica.

La firma

È lo scorso primo aprile quando il contratto preliminare di vendita è sottoscritto dalle due parti in causa. Prezzo di vendita pattuito: 335mila euro. Nella scrittura privata il venditore scrive a chiare lettere «che l’immobile promesso in vendita non presenta irregolarità costruttive ai sensi della vigente normativa urbanistica, che non sono state eseguite opere che rendano incommerciabile l’immobile, che sono stati adottati provvedimenti sanzionatori (condoni, ndr). Affermazioni certificate dal referto di conformità urbanistico-edilizia a firma dell’architetta. Il 29 aprile davanti al notaio l’affare si conclude: anche nel rogito, scrive il legale della querelante, è stato sottolineato che le «unità compravendute non presentavano irregolarità costruttive».

La doccia gelata

Si arriva così a luglio quando la nuova proprietà incarica un architetto di sua fiducia per eseguire lavori di ristrutturazione che intende fare sfruttando il SuperBonus 110. Nove settembre. Questa la data della doccia fredda. Quando l’architetto accede agli atti del Comune, scopre infatti che lo stato dell’arte è ben diverso da quello raccontato al momento della vendita. L’immobile, scrive la denunciante, non sarebbe conforme alle planimetrie catastali allegate al rogito, né corrisponde all’ultimo documento depositato negli uffici tecnici comunali e presenterebbe numerose difformità.

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