Rimini. Accoltellò cinque persone. Il perito: "Era schizofrenico"

Quando nella prima serata dell’11 settembre scorso Duula Somane, clandestino somalo, ha seminato il panico tra Riccione e Rimini accoltellando cinque persone tra cui un bimbo di 6 anni rimasto in bilico tra la vita e la morte diversi giorni, era «in una fase di scompenso psicotico che ne escludeva le capacità di intendere e di volere». È quanto scrive il professor Renato Ariatti, psichiatra forense, nelle conclusioni della perizia psichiatrica consegnata alcune settimane fa al sostituto procuratore Davide Ercolani titolare dell’indagine su quel sabato di terrore. Una sessantina le pagine riempite dal professore con le risultanze degli esami, dei test, cui ha sottoposto il 25enne africano che solo per puro caso non è diventato un assassino. Quando ha brandito il coltello sull’autobus della linea 11 dove ha ferito la sua prime vittime, due addette ai controlli dei biglietti, e poi durante la fuga a piedi dove ha accoltellato altre due donne e “sgozzato” il piccolo passante scrive Ariatti, era in uno stato temporaneo di «schizofrenia paranoide» dettato anche da «allucinazioni uditive» dove «una donna gli diceva di ucciderlo». Voce che ha continuato a parlargli anche dopo l’arresto, come lui stesso ha riferito allo psichiatra cui ha chiesto riferisse al giudice «che lui non è un killer».

Deve andare in una Rems

Ariatti parla di «soggetto socialmente pericoloso» che però sarebbe in grado di partecipare con sufficiente ragionevolezza al processo in quanto al di là delle sue argomentazioni deliranti ha compreso cosa è accaduto. “Interrogato” dal professionista ha dimostrato di riconoscere i ruoli del giudice, del Pm, del consulente, di saper interloquire con gli avvocati ed i soggetti del processo e può garantire la propria difesa.

Il somalo attualmente è detenuto a Reggio Emilia in un carcere tradizionale mentre Ariatti individua in una Rems (ex ospedale psichiatrico giudiziario) la struttura più idonea dove deve essere detenuto e controllato.

Sulla scorta di queste risultanze è quindi ipotizzabile che il Pm Ercolani chieda in rapida successione il trasferimento in una residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza e, successivamente, il rinvio a giudizio. Passaggi che potrebbero essere propedeutici per l’avvocato Maria Rivieccio, difensore di fiducia di Duula Somane, per la richiesta del riconoscimento quantomeno della semi infermità mentale del giovane.

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