Rimini, accoltellato e rapinato: gli aggressori sono due sedicenni

Rimini

Accoltellano un commerciante che reagisce al tentativo di rapina e gli portano via il portafogli mentre è sanguinante sull’asfalto.

I presunti autori della violenta aggressione, che risale alla sera 5 febbraio scorso, sono due minorenni. Uno di loro - un sedicenne di origine tunisina - è stato fermato dagli investigatori della Squadra mobile mentre era in coda alla Caritas, il secondo era già sottoposto a una misura perché coinvolto in un’altra rapina messa a segno, con altri complici, la sera stessa del primo assalto.

La testimonianza del commerciante ferito è stata determinante per permettere ai poliziotti di risalire ai due giovanissimi baby-rapinatori, sbandati senza fissa dimori e disperati al punto di girare armati per procurarsi dei soldi per sopravvivere. «Credo siano stati due ragazzi che ho già visto dalle parti del mercato coperto, girano sempre in coppia» ha raccontato l’uomo, un cittadino bengalese di trentacinque anni che vive da tempo a Rimini.

Quella sera stava tornando proprio dalla zona del mercato, ma non si è reso conto di essere seguito fino a quando è stato affrontato dai due “sconosciuti”. Stava percorrendo via Sabinia, erano le otto di sera. «Dacci i soldi», gli hanno detto. Tutti e due avevano un coltello in mano. Il bengalese ha cercato di reagire, ma quelli gli sono saltati addosso e lo hanno bloccato. Poi lo hanno accoltellato: un fendente alla spalla sinistra e un altro nella coscia. Il bengalese è crollato a terra e i rapinatori minorenni hanno completato l’opera sottraendogli il portafogli. Dentro c’erano 350 euro. Ha perso i sensi, ma fortunatamente si è trattato di lesioni superficiali. Dopo un giorno, è uscito dall’ospedale con una prognosi di quindici giorni.

Più tardi, quella stessa sera, uno dei due giovani ha partecipato a un’altra incursione ai danni di un minimarket, di proprietà di un altro bengalese. Gli è andata male due volte: è stato catturato e poi riconosciuto anche dal primo aggredito. Di lì, grazie alle testimonianze e all’analisi dei tabulati telefonici, i poliziotti della Squadra mobile guidata dal vicequestore aggiunto Mattia Falso sono risaliti al sedicenne.

Il giovane è stato rintracciato alla Caritas cittadina e quindi accompagnato all'istituto penale minorile di Bologna a disposizione dell’autorità giudiziaria.

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