Rimini. Abuso edilizio nella casa per i profughi, il processo

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Nel 2017, nel pieno dell’emergenza sbarchi a Lampedusa, anche Rimini diede la propria disponibilità ad accogliere centinaia di richiedenti asilo che avevano attraversato il Mediterraneo con natanti di fortuna per cercare un futuro migliore. Furono tante le associazioni della provincia mobilitatesi sotto il coordinamento della Prefettura per dare loro ospitalità. Tra loro anche la Croce rossa riminese che in una casa colonica affittata a Sant’Aquilina ha dato vita al progetto, tutt’ora attivo, del centro di accoglienza “Casa Solferino”. Ora i cinque proprietari dell’imponente caseggiato e il legale rappresentante dell’epoca della Croce rossa si ritrovano a giudizio davanti al Tribunale di Rimini per rispondere dell’accusa di abuso edilizio: servizi igienici ricavati a tempo di record nella cantina della casa colonica disabitata prima della realizzazione del centro di accoglienza; docce “scoperte” durante un sopralluogo eseguito dalla Polizia municipale che ha portato alla contestazione alla proprietà e ai gestori dell’illecito cambio di destinazione d'uso dell’immobile che sarebbe stato effettuato in difformità rispetto alle normative. Interventi non autorizzati dalla proprietà ma che, si difende la Croce rossa assistita in giudizio dall’avvocato Alessandro Totti, si erano resi necessari vista l'emergenza umanitaria in corso. A Casa Solferino, i cui proprietari hanno affidato la propria difesa all’avvocato Gianluigi Durante, infatti, doveva essere alloggiata una ventina di profughi sui 1.083 arrivati in tutta la provincia. Uomini e donne che avevano necessità di avere un numero decisamente superiore di servizi igienici rispetto a quelli già presenti.

Clima teso

A Sant’Aquilina non erano mancate le proteste dei residenti spaventati dall’arrivo dei profughi; in questo contesto in un paio di circostanze l’allora vice sindaca ed assessora si Servizi sociali Gloria Lisi era intervenuta per rassicurare i cittadini. Situazioni che l’ex numero due di Palazzo Garampi ha ricordato ieri mattina durante la sua deposizione in qualità di teste della difesa.


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