Rimini, 4 medici di base in pensione 6000 pazienti scoperti

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«Incaricare giovani dottori di seguire 600 pazienti ognuno, ma anche aumentare di 300 unità il numero degli assistiti per i medici di base disponibili a una redistribuzione». Ecco alcune delle soluzioni tampone per arginare i quattro pensionamenti registrati di recente tra i medici di famiglia e forieri di 6mila assistiti scoperti e da ricollocare in tempi stretti. È questo il rebus con cui nell’anno alle porte dovrà fare i conti l’Azienda sanitaria. All’annosa carenza di camici bianchi, va ad aggiungersi il carico da dieci dei pensionati, considerando che con 35 anni di contributi potranno appendere lo stetoscopio al chiodo anche i 62enni, bypassando la canonica boa dei 70 anni. Dati alla mano la scorsa estate i medici di famiglia risultavano 216, di cui 145 distribuiti nel distretto di Rimini e 71 in quello di Riccione. Numeri che nei prossimi mesi subiranno vari scossoni, considerando il ruolo del medico di famiglia che va ben oltre la prescrizione di farmaci, comportando spesso un legame di fiducia che unisce diverse generazioni di uno stesso nucleo familiare.

«Toppe momentanee»

A fare il punto della situazione è il presidente dell’Ordine dei medici di Rimini, dottor Maurizio Grossi, che elenca i rimedi messi in campo dall’Ausl. «Incaricare in via temporanea giovani medici ancora in formazione, ma anche aumentare il numero degli assistiti per i medici di base ancora al lavoro, che si renderanno disponibili ad una redistribuzione dei pazienti».

Grossi le definisce «le toppe che si mettono nell’immediato, mentre l’obiettivo resta quello di trovare un titolare con un’apposita procedura che prevede un bando e le conseguenti domande». A seguire spiega che ogni medico di famiglia «segue una media di 1.500 pazienti, perciò quattro pensionamenti equivalgono a 6mila pazienti scoperti».

Largo ai giovani

Un fronte rovente che, rimarca, vede l’Azienda già al lavoro per reperire sostituti anche temporanei. Diverse le strade possibili, segnala Grossi, in primis facendo leva sui medici disponibili per far passare il numero dei pazienti da 1.500 a 1.800, puntando anche su figure temporanee in attesa di affidare le convenzioni a tempo indeterminato.

E aggiunge. «Oggi la normativa dà la possibilità di incaricare come medico convenzionato anche un giovane che sta terminando il corso di formazione», quindi uno specializzando che già inizia a lavorare. A ogni nuova leva verrebbero così assegnati «600 assistiti, anziché una media di 1.500». Queste almeno sono le norme attuali poi, prosegue ancora Grossi, «ogni Ausl escogiterà procedure ulteriori perché non risulta molto chiaro come sopperire alle carenze e di necessità si dovrà fare virtù, in primis - torna a dire - individuando personale volenteroso che subentri momentaneamente ai pensionati. So che l’azienda ha stilato un programma in tal senso, - conclude - per evitare di lasciare scoperti i cittadini».

Contattata, l’Azienda sanitaria di Rimini preferisce rimandare a oggi le sue riflessioni sul tema.

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