Rimini, dà 200mila euro all'uomo che amava. Lui manteneva la famiglia

Rimini

RIMINI. E’ stato quando l’ha incontrato per caso con una donna in un negozio ad avere i primi dubbi che quell’uomo, con cui aveva una relazione da quasi dieci anni, non fosse quello che diceva di essere e a chiedersi che fine avessero realmente fatto tutti quei soldi che gli aveva prestato. Circa 200mila euro dati all’uomo che diceva di amarla e che ha avuto il coraggio di farlo seguire prima e di denunciarlo poi per scoprire tutta la verità.

E’ così che un 50enne riminese si trova accusato di estorsione, l’avviso di conclusione indagine appena recapitatogli prelude a una decisione del giudice sul suo futuro processuale. Quello che resta, indipendentemente da come finirà la causa giudiziaria intentata dalla 40enne riminese (tutelata dall’avvocato Stefano Caroli), sono dieci anni di bugie e tanti soldi buttati, con i quali non è escluso che l’uomo mantenesse moglie e figli.

Ma ci è voluto un investigatore privato per fugare i dubbi che la 40enne, benestante professionista, aveva iniziato ad avere con alcune contraddizioni in cui il suo amante era caduto, diverso tempo dopo che aveva iniziato a prestargli dei soldi. O almeno così credeva, che fosse un prestito, proprio come specificava ogni volta che gli faceva un bonifico nella causale. E’ stato dunque l’investigatore, assunto dopo avere incontrato il 50enne che credeva scapolo, in un negozio di Rimini insieme a una donna, a fare emergere una realtà ben diversa da quella che la 40enne conosceva.

Il 50enne infatti le aveva sempre fatto credere di lavorare all’estero per una multinazionale, spiegando così il poco tempo a disposizione per incontrarsi. Un viaggio dietro l’altro e per tornare da lei e riuscire a vederla tante spese, ecco come giustificava la richiesta di denaro. Il va e vieni dall’Europa del Nord in aereo comportava degli esborsi che l’uomo diceva di non potersi permettere, e così lei contribuiva con quei bonifici, proprio per potere stare un po’ assieme.

Ma negli ultimi tempi il 50enne era caduto diverse volte in contraddizione, sia sui suoi spostamenti che sui soldi che riceveva in prestito, cose dette e poi negate che avevano fatto suonare il campanello d’allarme nella donna. Dubbi poi fugati dalla relazione dell’investigatore privato che, in sintesi, ritraeva così quell’uomo che lei credeva di conoscere bene: sposato, figli e senza lavoro. Ecco dunque a cosa servivano quei 200mila euro che in dieci anni l’uomo è riuscito a farsi dare, a mantenere la sua famiglia, rimanendo sempre in zona, cercando di evitare di incontrarla, fino a quando il caso non ha fatto capolino in quel negozio dove la moglie gli aveva chiesto di accompagnarlo.

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