Rigassificatore Ravenna, bagnini preoccupati per la parte a terra

Ravenna

RAVENNA - I gestori degli stabilimenti balneari reagiscono con apprensione alla notizia, pubblicata dal Corriere Romagna, della possibile futura realizzazione di una “centrale”, al servizio del rigassificatore a mare, nella zona a ridosso di Punta Marina. «Nel giro di un paio di giorni mi sono giunti una trentina di messaggi e telefonate di apprensione in riferimento a questo progetto che dovrebbe sorgere a pochi passi da Punta Marina – spiega il presidente della cooperativa Spiagge Ravenna, Maurizio Rustignoli -. La notizia è arrivata all’improvviso e del tutto inaspettata. C’è sconforto perché interessa un’area che è strategica per lo sviluppo turistico. Stiamo parlando di una superficie di circa 16mila metri quadrati. Se dovesse sorgere una struttura di queste dimensioni, ci potrebbe essere un forte impatto sulla zona e sulla sua appetibilità anche dal punto di vista turistico. Sono sicuro che nei prossimi giorni questo tema diventerà oggetto di dibattito».Va detto che lo stesso Comune ha chiesto a Snam di valutare uno spostamento degli impianti circa mezzo chilometro più a sud, nella zona in cui già si trovano quelli del consorzio di Bonifica, nei pressi di via dell’Idrovora.

Rustignoli sottolinea che la categoria che rappresenta non è contraria al rigassificatore: «Non siamo ostili al progetto, come non ci siamo mai dichiarati contro l’impianto delle pale eoliche a mare, ma questo non significa che si possa accettare qualsiasi cosa venga decisa. La centrale al servizio del rigassificatore potrebbe avere un impatto negativo per il nostro settore. Capiamo l’importanza del progetto ma bisogna ragionare in prospettiva e non colpire un settore strategico come il turismo. Non vogliamo fare la fine di quelli che bruciano i violini per venderne la cenere. Mi chiedo ad esempio se non sia possibile realizzare questa struttura nelle aree industriali già esistenti, senza compromettere un territorio che ha già dato tantissimo allo sviluppo delle fabbriche. Sbattere una centrale tecnica con la candela di scarico a ridosso di una località balneare, non mi sembra la migliore delle strategie. Credo che sia una decisione su cui bisogna confrontarsi col territorio e mi stupisce che non siamo stati nemmeno avvertiti di questa eventualità. Il nostro augurio è che si apra al più presto un dialogo».


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