Ravenna, rigassificatore: le condotte sotto gli alloggi della capitaneria

Il Comune torna a chiedere di spostare gli impianti a terra del rigassificatore in un’area diversa da quella in cui sono stati previsti da Snam, a 200 metri da un’area di futura realizzazione di Punta Marina e vicinissimo al parcheggio scambiatore. Una zona che, nel nuovo documento presentato, Palazzo Merlato definisce di «elevato valore paesaggistico». Ma tra le osservazioni anche quelle della Capitaneria che fa notare come le condotte passeranno nel cortile degli alloggi dei militari a Punta. La nuova ipotesi del Comune, firmata dal dirigente dell’area della Pianificazione territoriale, «chiede lo spostamento di suddetto impianto verso sud-ovest e l’acquisizione quantomeno delle aree dell'azienda agricola lì insediata». Il tutto per «poter realizzare un’ampia fascia di rinaturalizzazione di mitigazione dell’impatto paesaggistico anche a compensazione parziale delle emissioni di gas serra prodotti dell’opera. A tali aree se ne potranno aggiungere altre limitrofe in relazione alla quantificazione complessiva delle compensazioni». Il Comune ricorda inoltra che il Pug da poco approvato prevede la realizzazione in un’area di riforestazione attorno alla città-porto, proprio nella zona tra l’area industriale, Marina di Ravenna e Punta Marina. Anche per questo il «progetto di rinaturalizzazione dell’area e mitigazione dell’opera dovrà essere preventivamente concordato con l’Amministrazione, realizzato dal proponente e successivamente ceduto al Comune previa garanzia di attecchimento delle piante che vi saranno collocate». Sul rigassificatore negli ultimi giorni si sono espressi anche altri enti, sia locali sia ministeriali. Tra quest’ultimi, anche la Soprintendenza e i Vigili del Fuoco. La prima si è concentrata in particolare sui 32 chilometri di percorso del metanodotto, sottolineando la necessità di realizzare in determinate zone, situate soprattutto nella parte meridionale del percorso, alcuni scavi (“trincee archeologiche preventive”) per controllare l’assenza di reperti. Negli altri punti il controllo archeologico può essere effettuato in corso d’opera ma il tutto in presenza di «ditte archeologiche specializzate con oneri a carico della committenza e sotto la direzione scientifica della Soprintendenza». Quasi superfluo aggiungere che in caso di ritrovamenti i cantieri si fermeranno. I Vigili del fuoco hanno invece chiesto in totale 13 integrazioni tecniche relative alla sicurezza dell’impianto a mare. Visto che ci sono due ipotesi di riprofilazione della piattaforma per permettere l’ormeggio, i Vigili del fuoco chiedono quale sia stata scelta, spiegando che una delle due ipotesi progettuali «sembra conferire un maggior livello di protezione alla struttura del terminale esistente». Tra le richieste di integrazioni recapitate alla Regione c’è anche quella della Capitaneria di porto che riguarda un aspetto particolare del progetto: il fatto che le condotte del rigassificatore, una volta giunte a terra, passerebbero sotto gli alloggi dei militari a Punta Marina. Dal progetto – scrive la Guardia costiera – «si evince che la condotta di collegamento» tra la nave e il punto di allaccio alla rete di trasporto gas «a Punta Marina prevede l’attraversamento di un’area demaniale marittima che costituisce l’area cortilizia annessa ad un immobile» che è in uso «quale alloggio per il personale della Capitaneria». Si chiede quindi una «relazione dettagliata» sulle ragioni «e le determinazioni tecniche che impediscono al tracciato della condotta di essere posizionato al di fuori dell’area in questione». La Capitaneria vuole anche una dichiarazione di compatibilità del tracciato esistente con la destinazione d’uso attuale dell’area demaniale marittima». Si ritiene poi «imprescindibile» il parere dell’Agenzia del Demanio. Infine si chiede chiarezza sull’impegno futuro che darà alla Capitaneria avere una condotta del rigassificatore che gli passa – letteralmente – nel cortile: ovvero tipologia e tempistiche del cantiere, riflessi sull’occupazione degli alloggi ed eventuali necessità manutentive successive.

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