Rigassificatore, impianti a terra a 400 metri da Punta Marina

RAVENNA - Il vero nodo del rigassificatore ravennate rischia di non essere a mare ma a terra, almeno a leggere le prime richieste di integrazione e le osservazioni al progetto di Snam. Il rigassificatore non si compone infatti soltanto della nave e del metanodotto ma anche di una centrale (tecnicamente “impianto Pde Fsru Ravenna”) che sarà ubicata tra via Trieste e Punta Marina. Qui saranno situati macchinari fondamentali per far sì che il gas abbia parametri compatibili per essere immesso in rete, tra cui l'abbassamento di pressione da 100 a 75 bar. Non solo: sarà realizzata una candela di scarico. Tali impianti saranno a 400 metri dal Villaggio Teodorico, area residenziale di Punta Marina, e Arpae chiede diverse integrazioni sul punto rispetto alle emissioni. L'Agenzia per l'ambiente è preoccupata sia dal punto di vista dell'impatto acustico sia da quello delle dispersioni di gas in aria. Non da ultimo, sono richiesti chiarimenti sulle dimensioni della candela di scarico e sulla gestione del presidio.

Anche in Municipio l'impianto non è passato inosservato: i tecnici vogliono garanzie sulla schermatura visiva, da effettuarsi con la piantumazione di alberi, ma soprattutto si caldeggia a Snam lo spostamento dell'impianto. A 200 metri da esso, infatti, è previsto lo sviluppo di un'altra area residenziale con a corredo la realizzazione di opere pubbliche vitali per la costa. Si tratta del collegamento tra via Trieste e viale dei Navigatori, che completerebbe la circuitazione di Punta Marina, e l'ampliamento del parcheggio scambiatore. Progetto, questo, fondamentale visto che dal prossimo anno gli stradelli di Marina di Ravenna e Punta dovrebbero essere chiusi alle auto nell'ambito della loro riqualificazione.

Questo piano urbanistico attuativo ha appena completato il suo iter nella conferenza dei servizi ed è in fase di approvazione. L'ubicazione di una centrale di questo tipo a pochissima distanza preoccupa sia l'amministrazione sia l'azienda che dovrebbe realizzarlo, ovvero il gruppo Ritmo. Lo scorso 22 agosto la società ha inviato le sue osservazioni alla Regione sul tema, sottolineando come non siano stati valutati «gli impatti ambientali e socio sanitari connessi». Sotto osservazione, in particolare, la presenza della candela di scarico la cui costruzione «determinerà emissioni in atmosfera non indicate né valutate». Ritmo rileva anche la dimensione degli edifici (alti una decina di metri) e l’estensione dell'area interessata, circa 16mila metri quadri. La stessa società suggerisce diverse ubicazioni alternative per l'impianto tra cui una che convince anche il Comune.

Torniamo allora a citare il documento dell'amministrazione ravennate nel punto in cui suggerisce di spostare l'impianto 500 metri più a sud, «in prossimità del canale e dell'impianto del Consorzio di Bonifica della Romagna a cui si accede da via dell'Idrovora». La realizzazione del progetto nella zona prevista da Snam porterebbe con sé il rischio – avvertono i tecnici di Palazzo – «di dover riconoscere rilevanti indennità ai soggetti attuatori di tale iniziativa o addirittura di comprometterne la sostenibilità economico finanziaria causa perdita di valore degli stessi edifici».

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