Riforma reddito di cittadinanza: 5mila ravennati col fiato sospeso

Il reddito di cittadinanza torna ad essere argomento d’attualità della politica, con proposte che vanno dall’abolizione alla riforma. A Ravenna sono 2.272 i nuclei familiari che percepiscono la misura di sostegno alla povertà introdotta dal primo governo Conte. L’importo medio dell’assegno non è certo di quelli che permettono un tenore di vita agevole: appena 488,75 ero al mese. Oltre al reddito vero e proprio, c’è anche la “pensione di cittadinanza” che riguarda le persone anziane. L’importo, che solitamente va ad integrare l’assegno pensionistico maturato negli anni di lavoro, è mediamente pari a 245,18 ed è percepito da 413 nuclei familiari. Si tratta in questo caso quasi sempre di anziani soli, visto che le persone interessate dalla misura sono 488. Nei 2.272 nuclei familiari precettori del reddito di cittadinanza, sono coinvolte invece 4.366 persone. In totale quindi in provincia sono circa cinquemila le persone che stanno beneficiando della misura di sostegno al reddito e che ora aspettano di sapere quale sarà il futuro di questa misura. I dati del 2022 sono aggiornati allo scorso settembre. Da quando è stato introdotto, il reddito di cittadinanza ha avuto il suo numero massimo di precettori nell’arco del 2021, dopo l’onda lunga della crisi dovuta al Covid e alle misure restrittive che hanno messo in difficoltà molte persone. Nel dicembre del 2021 i nuclei precettori del reddito di cittadinanza erano infatti 2.860, le pensioni di cittadinanza 516. L’Inps nel suo rapporto spiega che ad ogni rinnovo mensile accade che alcuni nuclei beneficiari risultano non possedere il diritto alla prestazione La normativa prevede «che la sussistenza dei requisiti anagrafici, economici, patrimoniali e di compatibilità avvenga sia in sede di istruttoria sia in occasione di ogni rinnovo mensile». La misura non ha scadenza ma dopo 18 mesi bisogna aspettare un mese per rifare la domanda. Questo è proprio uno degli aspetti che il governo potrebbe modificare: tra le ipotesi c’è infatti quella di fare delle reddito una misura non a vita ma rinnovabile per periodi sempre più brevi e con un assegno a scalare. Si ragiona poi sulla formazione e sul numero massimo di proposte di lavoro da rifiutare. Il “tasso di inclusione”, ovvero le persone coinvolte dalla misura, in provincia di Ravenna è parti al 26 per mille. Un dato quasi perfettamente in linea con la media regionale (27 per mille) e lontanissimo da alcune zone del Sud Italia: in Campania si arriva al 165 per mille, in Sicilia al 153 per mille.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui