Riccione. Travolto da auto, perde una gamba e chiede 2 milioni

La sentenza di condanna a due anni e dieci mesi di reclusione per il reato di lesioni personali gravissime è arrivata. L’imprenditore riccionese, che nell’incidente ha subito l’amputazione della gamba sinistra dal ginocchio in giù, dovrà però avere ancora molta pazienza per vedersi riconosciuto dal Fondo vittime della strada il risarcimento danni di 2 milioni di euro, come da richiesta presentata dal suo legale, l’avvocato Stefano Caroli. La menomazione corrisponde a una invalidità del 70%.

Il calvario del 53enne, titolare di una attività molto nota a Riccione, è iniziato il 17 luglio di 4 anni fa quando sulla sua strada ha trovato Gianfranco Bello, classe 1978, da Eboli (Salerno). Il campano, collaboratore di una società che commercializza auto, era al volante di una vettura risultata in carico all’azienda che però non avrebbe potuto circolare: non era infatti coperta da polizza assicurativa. Le 13 erano passate da una manciata di minuti e mentre percorreva via Empoli a Riccione a bordo di una Fiat 500, come si legge nel capo d’imputazione, ha invaso la corsia di marcia opposta nonostante la presenza della striscia longitudinale continua nel momento in cui stava arrivando la vittima che era in sella al proprio scooter Honda. Nell’impatto, tremendo, il motociclista era stato scagliato contro una cancellata ed aveva riportato la frattura esposta del piede sinistro. Un trauma irrecuperabile tanto da costringere i medici ad amputare l’arto dal ginocchio in giù.

Pericolo pubblico

Gianfranco Bello, inoltre, si è reso autore di altri illeciti al volante. Pochi mesi dopo l’incidente di Riccione, infatti, nonostante non potesse guidare perché la patente gli era stata sospesa, ha avuto un secondo scontro a Viserba. E la sentenza di martedì scorso, come precisa il suo legale, l’avvocato Pasquale Delli Paoli, fa riferimento ad entrambe le vicende. Quello di Bello è un caso decisamente particolare. La Procura, infatti, ha chiesto una perizia per sapere quali fossero le sue condizioni quando ha avuto i due schianti. Lo psichiatra ha concluso che la capacità di intendere e volere di Bello era «ampiamente scemata». Una seconda perizia fatta eseguire da un altro tribunale che lo sta giudicando per un terzo incidente, ha invece stabilito che il 44enne è «incapace di intendere e di volere». Questo accertamento è stato fatto due anni prima di quello disposto a Rimini e per l’avvocato Delli Paoli rappresenta il punto più importante delle motivazioni del ricorso in appello che ha già annunciato. Ultima annotazione. Il tribunale che ha sancito l’incapacità di intendere e di volere di Bello, ha sospeso momentaneamente il processo.

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