«Selezione all’ingresso, metal detector e telecamere di ultima generazione, nonché prezzi importanti. Così il Cocoricò si blinda contro la movida spaccatutto». Ecco gli ingredienti che rendono il tempio dell’elettronica la roccaforte dell’estate a prova di baby gang. C’è un’isola felice nella movida riccionese che non viene neppure sfiorata da quelle risse, rapine e coltellate che di recente hanno decretato la chiusura per 10 giorni del Mojito, su disposizione del questore di Rimini, Rosanna Lavezzaro.
Investimento milionario
La sorte dell’iconica piramide non dipende però dai favori della dea bendata, bensì «dalla messa a punto di strategie tali da non far registrare alcun problema, almeno finora», come fa presente il patròn Enrico Galli che, storico gestore anche dell’Altromondo di Rimini, ha investito circa due milioni di euro nella riqualificazione del locale nella Perla riaperto a novembre 2021. Inaugurato nel 1989 per approdare 30 anni dopo ad un’asta fallimentare, il Cocoricò gode oggi «di una serie di controlli capillari e servizi ad hoc che al momento hanno evitato criticità», torna a ribadire Galli sebbene per scaramanzia preferisca limitare i commenti, «evitando di festeggiare prima del dovuto».
Le soluzioni messe in campo
In compenso spiega che all’ingresso sono piazzati «almeno una decina di addetti, mentre la media tra steward e security ruota attorno ai 42 professionisti». Tra le misure adottate per sfornare serate dove solo la musica sia protagonista, punta i riflettori sul metal detector a spada, definendolo «un metodo di controllo che con il semplice passa parola funge da deterrente per eventuali malintenzionati». A completare la task force dal tempio dell’elettronica «provvede poi l’alta tecnologia con 65 telecamere di ultima generazione. Manteniamo la guardia alta dentro e fuori il locale, monitorando anche i servizi all’interno», fa presente il patròn. Sull’altro espediente degno di nota Galli non ha dubbi: «A fare la differenza sono i prezzi abbastanza importanti sul biglietto di ingresso che, a seconda dell’evento, possono arrivare sino a 50 euro». A fungere da spartiacque-salvagente spicca infine il target prescelto. «Solo alcune serate sono dedicate ai giovani dai 16 anni in su, - chiarisce il patròn - mentre la maggior parte delle programmazioni restano riservate ai maggiorenni: alzare l’età media contribuisce a tutto un altro scenario», riconosce individuando il fil rouge di tutta la progettazione in «quell’impostazione di lavoro che mantiene sempre standard alti come obiettivo». Conclude restando con i piedi ben piantati per terra e incrociando le dita: «Al momento gli sforzi profusi hanno portato a buoni risultati, fermo restando che lavorando con i grandi numeri e un picco massimo di 3600 persone, qualcosa di storto può capitare a chiunque».