Riccione. Prende a schiaffi la compagna con la bambina in braccio

Aggredisce la compagna durante l’ennesima lite, strattonandola anche per i capelli, e in preda all’ira danneggia e mette a soqquadro l’abitazione.
A finire nei guai un 31enne albanese di Riccione, denunciato dai carabinieri per maltrattamenti in famiglia. Per lui, difeso dall’avvocato Tiziana Casali, il pm Davide Ercolani ha disposto l’allontanamento dall’abitazione familiare e il divieto di avvicinamento alla persona offesa. Per questo motivo gli arresti domiciliari che stava scontando per rapina nella sua casa (con permesso di assentarsi dalle 7 alle 18.30 dal lunedì al venerdì per motivi di lavoro), dovrà trascorrerli a Morciano nell’appartamento dove vivono la madre e la sorella.
I fatti
Alle 22.40 di venerdì, i carabinieri della Compagnia di Riccione hanno ricevuto la chiamata di un cittadino che riferiva di una violenta lite in un’abitazione posta all’ultimo piano di uno stabile. Giunti sul posto, la donna, già conosciuta dai militari per altri episodi di maltrattamenti, mentre teneva la figlioletta in braccio ha spiegato loro di aver avuto una lite con il compagno convivente a causa del rientro tardi a casa di quest’ultimo e per di più ubriaco. Il 31enne ha così aggredito la donna e danneggiato la casa. Durante l’intervento dei militari i due, apparentemente tranquilli, hanno poi ripreso gli insulti e le minacce verbali. Atteggiamento proseguito con frasi come “ti ammazzo”, fino a uno schiaffo che l’uomo ha sferrato al volto della compagna. La donna ha reagito e, sempre con la bambina in braccio, ha preso da un cassetto della cucina un grosso coltello, brandendolo contro l’uomo. I militari si sono così frapposti a loro, evitando il peggio.
A maggio lite e trauma cranico
Come raccontato dalla donna e da alcuni testimoni ai militari, non era la prima volta che le liti tra loro culminavano in episodi di violenza. Il 9 maggio scorso, al termine di un’altra discussione, lei si era recata al pronto soccorso di Riccione dove era stata dimessa con una prognosi di 7 giorni per “aggressione fisica con trauma cranico facciale”. In quella circostanza riferì che si era trattato di un episodio sporadico, rifiutando di denunciare l’uomo e di contattare un centro antiviolenza. Uscendo dagli uffici dell’Arma era stata minacciata di morte e insultata dal compagno alla presenza dei militari.