Riccione, "no all'antenna Iliad sulle teste dei nostri bambini"

Riccione

“No” all’antenna Iliad, il quartiere San Lorenzo si mobilita: raccolte 200 firme in un giorno. Intanto il Pd invita a varare un regolamento comunale, una sfida che l’amministrazione si appresta a fronteggiare.

«No all’antenna»

Si è svolta ieri la protesta pacifica dei residenti nei viali Belluno - Marostica, nel quartiere San Lorenzo di Riccione, pronti a combattere a colpi di firme contro l’installazione di una nuova antenna per cellulari Iliad, alta circa 27 metri. Il cantiere della discordia è stato aperto nei giorni scorsi in un campo di proprietà privata prospicente via Belluno, di fronte ad un parco pubblico dove giocano i bambini. Preoccupati per la propria salute e per quella dei propri figli e forti di 200 sottoscrizioni alla loro battaglia, i residenti si appellano alla sindaca, Daniela Angelini, vista l’estrema vicinanza del pennone alle case. «La più vicina sorge a meno di 10 metri dal traliccio della futura antenna, - spiegano preoccupati – e le altre a 30-50 metri. Chiediamo dunque di sospendere i lavori e verificare le azioni da dispiegare per lo spostamento». hanno partecipato al sit in anche numerosi esponenti politici. Ma è solo l’inizio: per mietere altre adesioni e informare il maggior numero di cittadini, i residenti hanno indetto una riunione pubblica per il prossimo 7 febbraio alle 20.30, presso il l centro di Buon Vicinato Le Querce di viale Caravaggio.

Il Pd: «Un regolamento, subito»

Intanto ad alzare la voce è anche il Pd di Riccione che, condividendo le preoccupazioni dei concittadini, invita l’amministrazione «all’adozione di un Regolamento che verifichi la conformità e il rispetto delle norme che interessano urbanistica, paesaggistica e impatto sulla salute». Un regolamento che, chiariscono i Dem, preveda tanto il censimento quanto il monitoraggio annuale degli apparati dislocati sul territorio fornendo «con periodicità e trasparenza, informazione ai cittadini». Segue la stoccata all’amministrazione Tosi: «Nulla è stato fatto negli ultimi anni, lasciando libero arbitrio alle società telefoniche che trattano direttamente con i privati». Poi l’affondo finale: «Chiediamo a chi amministrava la città di evitare grottesche sceneggiate presentandosi al banchetto per la raccolta di firme volendosi intestare la paternità della protesta. Hanno avuto otto anni per affrontare il problema, producendo tanti buoni propositi ma nessuna azione concreta».

Ecco il regolamento

Lupus in fabula, proprio nei giorni scorsi, la giunta ha approvato una delibera con cui impegna l’amministrazione ad approvare un "Regolamento per la localizzazione degli impianti di telefonia mobile" dotato di una mappa «per minimizzare gli effetti dell’installazione degli apparati di telecomunicazioni», avvalendosi del supporto di personale qualificato esterno. Prevista anche una convenzione con Arpae per lo studio e il monitoraggio dell’esposizione della popolazione a campi elettrici magnetici e elettromagnetici. Dichiara l’assessore all’Ambiente, Christian Andruccioli: «L’amministrazione comprende e condivide appieno le preoccupazioni dei cittadini». Ragione per cui «stiamo lavorando per mettere in campo un regolamento, seppur nella consapevolezza che avrà dei limiti, non potendo andare in contrasto alla legislazione nazionale che riconosce un vero e proprio diritto di antenna». Obiettivo della giunta sarà dunque limitare il più possibile gli effetti negativi delle installazioni, fermo restando la disponibilità degli amministratori a «incontrare i cittadini e le parti interessate per riferire in modo approfondito tutte le azioni che vogliamo mettere in campo» puntando i fari «sulla connotazione turistica che porta a un sovradimensionamento del numero degli impianti di telefonia mobile per fornire la copertura al gran numero di utenze del periodo estivo». Pare impossibile, segnala Andruccioli, «accorpare tutti i gestori su pali esistenti. Diventa quindi più difficile evitarne la proliferazione sul territorio e per questo motivo – conclude - si rende necessaria una regolamentazione a livello comunale».

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