Riccione. "Mago" sfregiato al bar, il broker violento a processo

Riccione

In preda ai fumi dell’alcol il 14 maggio dello scorso anno Pierluigi Chieffi, broker riccionese di 53 anni, sfregiò con un bicchiere il Mago Amedeo, alias Filippo Scardi.

Quella ferita ha fatto sì che il pubblico ministero Annamaria Gallucci chiedesse il suo rinvio a giudizio in base all’articolo 583-quinquies del codice penale: deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso. Un reato introdotto dopo i numerosi episodi in cui donne vittime di stalking hanno subito la deturpazione irreversibile dei volti, che prevede una condanna con pena minimo da 8 fino a un massimo di 14 anni. Tesi che i difensori di Chieffi hanno cercato di confutare chiedendo per il proprio assistito il processo con rito abbreviato (che prevede lo sconto di un terzo della pena) condizionato al deposito della perizia di un proprio esperto. Obiettivo: smontare le conclusioni dell’accusa e sostenere che quello sul volto del Mago Amedeo non è uno sfregio permanente. L’esperto, però, ha fatto l’esame senza visitare la parte offesa. Esame visivo che ha invece fatto il perito della vittima costituitasi parte civile con l’avvocato Stefano Caroli che a sua volta ha presentato una perizia medico legale con conclusioni opposte a quella della difesa. Entrambi i lavori peritali sono stati acquisiti dalla giudice Benedetta Vitolo che, a questo punto, non ha ritenuto di dover fare eseguire un esame da un proprio perito; ha quindi terminato l’udienza riconvocando le parti per la chiusura definitiva per il prossimo 10 maggio. Quel giorno in aula la difesa ha chiesto di poter ascoltare una testimone che avrebbe visto la vittima sputare addosso all’imputato prima dell’aggressione. Una ricostruzione che fino ad oggi non ha trovato conferme: tutte le fasi dell’aggressione, infatti, sono state riprese dalle telecamere del Caffè del Porto dove la vicenda è andata in scena. E le immagini sono la base di tutta l’accusa.

Per Pierluigi Chieffi è la seconda “disavventura” giudiziaria dell’anno. Sempre gli uffici al terzo piano del palazzo di giustizia di Rimini, hanno chiesto e ottenuto il suo rinvio a giudizio con l’accusa di truffa, in relazione ad una falsa polizza assicurativa stipulata dalla società Kairos per partecipare al bando del Comune per la gestione ventennale del cinema Fulgor. Pierluigi Chieffi in questa vicenda sostiene di essere a sua volta vittima di un truffatore.

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