Riccione, in 30 con le maschere da clown rapinano ragazzini

Riccione

Il branco accerchia e rapina due ragazzini, «in 30 avevano maschere da clown e passamontagna» A raccontare la disavventura vissuta dal figlio 14enne è una mamma che racconta l’aggressione subita l’altra sera da un gruppo di adolescenti per mano di un gruppo ancora più nutrito di coetanei. «Sabato mi ha chiesto di accompagnarlo a Riccione. In programma c’era un hamburger da mangiare in compagnia del suo gruppo, una quindicina di ragazzi dai 14 ai 16 anni, di cui 6 residenti come noi a Montescudo», dice. Tutto come da copione, finché verso le 22.50, quando i giovani scherzavano sulle panchine vicino alla fontana di piazzale Roma, sbuca fuori dal nulla un ragazzo. «Aveva sui 17 anni, straniero – spiega la donna –. Si è messo a chiedere dei soldi con insistenza. Così un ragazzo ha deciso di offrirgli di pagare un pacchetto di sigarette, per convincerlo a lasciarli in pace ma non ha fatto in tempo a contare gli spiccioli». Quando ha aperto il portafoglio, come ad un segnale concordato, «è sbucato fuori dal nulla un branco di trenta ragazzi, alcuni incappucciati con un passamontagna e cappellini ed almeno tre con maschere da clown calate sul viso». Il panico che si innesca subito scatena reazioni diverse nei ragazzi. «C’è chi si è dato alla fuga come mio figlio che allontanandosi a gambe levate si è nascosto nel bagno di un bar. Era chiuso a chiave quando, saputo l’accaduto da un’altra mamma, gli ho intimato di non uscire fino all’arrivo del papà». Intanto sulla scena surreale sono rimasti solo due dei 15 amici che vengono aggrediti a suon di spintoni. «A forza di strattonarli hanno strappato loro i vestiti», sottolinea la signora.

Nel bottino della banda finiscono intanto una catenina e 40 euro in contanti, come chiariscono i carabinieri. Salvi invece i cellulari. «Un ragazzo ce l’aveva nascosto addosso mentre l’altro, quando si è visto messo alle strette l’ha buttato sulla sabbia senza farsi scorgere dalla gang che – sottolinea - quando ne ha avuto abbastanza si è dileguata poco prima dell’arrivo della Polizia locale» allertata dagli altri. «Uno dei responsabili è stato fermato dai carabinieri, ma non aveva la refurtiva addosso», afferma la donna evidenziando che in compenso «ha rivolto alle vittime uno sguardo eloquente e minaccioso. A distanza di giorni sono ancora tutti scossi, del resto - conclude - l’indomani mio figlio non ha messo il naso fuori di casa».

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