Riccione, il mistero della donna trovata morta in strada: c’è l’ipotesi del gesto volontario

Colpo di scena nelle indagini sulla morte di Antonia Conti, la riccionese di 55 anni trovata senza vita lo scorso 11 giugno in circostanze misteriose in viale Galliano, a Riccione Paese. Tra le ipotesi in queste ore è spuntata quella del gesto autolesionistico, con la donna che potrebbe essersi gettata nel vuoto da un edificio antistante la strada e non essere stata investita da un’auto pirata, come invece ipotizzato in un primo momento anche a seguito dell’autopsia. L’esame svolto il giorno dopo la tragedia all’ospedale Ceccarini aveva escluso ferite da aggressione e da arma bianca ed evidenziato sul corpo della donna escoriazioni alle braccia e alle mani, oltre che agli arti inferiori, e una ferita profonda nella zona lombare e sulla schiena. Tutte compatibili con un politrauma da investimento.
Nei giorni scorsi, seguendo la pista del pirata della strada, il sostituto procuratore Daniele Paci ha conferito ai consulenti, il perito Orlando Omicini e l’ingegnere Mattia Strangi (lo stesso pool che seguì l’incidente mortale in bici del pilota Nicky Hayden avvenuto nel 2017 a Misano), l’incarico di indagare sul caso per individuare sia la vettura che la dinamica del sinistro. Ad essere esaminate, in particolare, le telecamere della zona che però non riprendono il punto esatto dell’incidente, ma l’ingresso e l’uscita della strada. Ipotesi, quella dell’incidente, che ogni giorno che passa sembra però sempre più affievolirsi per diversi fattori: la mancanza di detriti di veicoli e di segni di frenata sul luogo dell’incidente, la geometria della strada (molto stretta e a lento scorrimento) e nessuna auto che fugge via a folle velocità. Da qui la nuova ipotesi del gesto autolesionistico. Ora, salvo proroghe, i consulenti entro metà settembre dovranno depositare in Procura i risultati raccolti e provare a mettere la parola fine sul mistero di viale Galliano.