RICCIONE. Fischi di breve durata per scambi rapidi di comunicazione o interazioni a distanza ravvicinata. Fischi lunghi per i legami sociali, la coesione del gruppo e la comunicazione complessa nelle interazioni guidate. Il linguaggio dei delfini affascina dalla notte dei tempi. Oggi gli studi e i mezzi a disposizione aiutano a capire qualcosa in più rispetto al passato. Il Parco zoologico Oltremare 2.0 di Riccione insieme all’università politecnica delle Marche (Ancona) e all’Irbim-Cnr (Istituto per le Risorse biologiche e le Biotecnologie Marine di Ancona) ha condotto un progetto di ricerca che ha indagato alcuni dettagli sul comportamento vocale dei tursiopi in ambiente controllato, uno spazio a differenza del mare aperto dove è più facile controllare i comportamenti in presenza di certi suoni.
Il team di ricerca, coordinato dal dottor Stefano Furlati (responsabile del Dipartimento Didattico Scientifico Costa Edutainment Romagna) e dal dolphin trainer Giacomo Bucci ha raccolto 24 ore di registrazioni acustiche continue (nel novembre 2021) grazie all’uso di un idrofono posizionato nella laguna del parco. Le registrazioni hanno coperto attività quotidiane come l’addestramento, l’alimentazione, il gioco con oggetti e il tempo libero non strutturato. Giorno e notte. Da questo lavoro sono stati estratti 3.111 fischi (manualmente) e 1.277 vocalizzazioni a impulsi (attraverso algoritmi di analisi automatizzata), suddivisi suoni di ecolocalizzazione, suoni a impulsi intermittenti e ronzii legati all’alimentazione. I risultati hanno confermato che le emissioni acustiche dei delfini sono strettamente legate alle attività svolte e alle loro interazioni. Il team ha raccolto e classificato i fischi in base alla loro durata e associandoli a esigenze comunicative diverse.
«L’obiettivo finale dell’analisi», spiega Furlati, «è contribuire a una comprensione più profonda ella comunicazione dei delfini e fornire spunti pratici per la progettazione di attività di arricchimento e l’ottimizzazione delle pratiche di benessere per i tursiopi in ambiente controllato».
Il rilascio del dataset acustico etichettato (oltre 30GB di segnali grezzi, spettogrammi di fischi e dati di caratterizzazione) diventa una risorsa per tutta la comunità della bioacustica marina e per la ricerca basata su algoritmi e sull’intelligenza artificiale, offrendo una base per ulteriori indagini sul comportamento, sull’etologia e sull’ecologia del delfini.