Riccione e le discoteche a tutto volume, i residenti: «Non si dorme più, pronti alle vie legali»

Musica a tutto volume, risse in strada all’alba e parcheggi selvaggi. «Qui non si dorme più». I residenti di Colle dei pini scendono sul piede di guerra «pronti a dar battaglia alle disco in punta di diritto».
A ripercorrere la due giorni di ordinaria follia che è andata in scena lo scorso weekend provvede Gianfranco Sanchi, il portavoce del comitato fondato nel 2023 e che ormai raccoglie «un numero di cittadini considerevole e in costante crescita». La situazione, a suo dire, è da tempo insostenibile tra degrado e rumori molesti che s’impennano in occasione delle serate clou organizzate dai templi della notte, dal Cocoricó al Peter Pan.
Questa la premessa del gruppo, amareggiato del fatto che neppure la rassicurazione sul ritorno all’ordine ricevuta (la scorsa primavera, ndr) sia bastata a arginare un fenomeno che ormai equivale a un nervo scoperto.
Rebus estate
Intanto le preoccupazioni aumentano in vista dell’estate, quando chi risiede sulle colline dovrà scegliere se tenere le finestre aperte sorbendosi la musica, in cerca di refrigerio dalla calura, o lasciare gli appartamenti serrati per tentare di chiudere occhio mettendo in conto l’afa.
La certezza è che dormire nel weekend è una chimera e all’aurora spuntano le risse ad alta gradazione alcolica che esplodono in mezzo alla strada.
Senza dimenticare i parcheggi selvaggi che ostruiscono i varchi di accesso all’area. Da qui la decisione del comitato del Colle di ricorrere alle vie legali.
Ai ferri corti
Il coro è unanime e la misura colma: «Ora basta, la tolleranza ha un limite». Oltre all’inquinamento acustico, si punta infatti il dito sulle luci piazzate «fuori del perimetro dei locali in barba a qualunque regolamentazione». Morale? «Neanche il lavoro della Polizia locale, spesso intervenuta con grande impegno, ha potuto contenere il caos». Prima l’auspicio, augurandosi come residenti e cittadini di Riccione, che vengano presi provvedimenti da chi di dovere «contro l’anarchia» che imperversa. Cittadini, si precisa con una punta di orgoglio, che vivono in questo territorio da prima dell’avvento della movida. Poi l’affondo: il comitato attiverá tutte le azioni consentite da legge e regolamenti per riequilibrare la convivenza in una zona della città che reputa «abbandonata a se stessa». Che il braccio di ferro, dunque, abbia inizio.