Riccione, assolda ex militare kosovaro per avere le quote del Pascià: nei guai un 56enne

La contesa per il controllo delle quote della società Atlantide srls che nel 2018 gestiva la discoteca Pascià di Riccione, è costata ad un riccionese di 56 anni, ex assicuratore e padre di famiglia passato al mondo della notte, un’imputazione per tentata estorsione, incendio e danneggiamento di un’auto. Secondo le indagini dei carabinieri di Riccione, coordinate dalla sostituto procuratore Paola Bonetti, per convincere gli altri soci a farsi pagare 30mila euro la cessione delle quote avrebbe utilizzato metodi, per così dire, poco ortodossi, arrivando a coinvolgere nella vicenda un ex militare kosovaro che da giovane aveva prestato servizio nelle milizie di Slobodan Milošević, Bojan Lepovic.

Stando alle accuse, il riccionese aveva proposto a Lepovic l’acquisto delle sue quote nel caso in cui gli altri soci non avessero voluto cedere, in modo da “disturbare” la prosecuzione dell’attività del locale. E per spingere l’affare con il kosovaro Lepovic, ritenuto però dagli investigatori un finto acquirente, si erano verificati alcuni strani episodi come l’incendio di una parte di staccionata esterna della discoteca, oltre al danneggiamento dell’auto di uno dei soci di maggioranza. Lepovic, inoltre, ci aveva messo del suo fino ad arrivare la sera del 5 agosto 2018 a bussare alla porta di casa della compagna di uno dei soci minacciandola con una pistola.

Nel fascicolo degli inquirenti sono anche finiti diversi messaggi telefonici con testi inquietanti che Lepovic mandava sull’utenza di un altro socio della discoteca. «Non ti libererai mai di me – scriveva –, non finisce qui, questa sera torno e ti ammazzo». Quella sera stessa uno dei soci si era trovato l’auto rigata.

Cancello a fuoco

L’episodio più grave però era stato qualche settimana prima, all’inizio di luglio quando, secondo le accuse, i due imputati insieme con un’altra persona da identificare, avevano dato fuoco al cancello del Pascià. L’ex militare Lepovic, rinviato a giudizio (difeso dall’avvocato Sonia Giulianelli), avrebbe dovuto rispondere delle medesime accuse, e sedere sul banco degli imputati insieme al riccionese (difeso dall’avvocata Elena Fabbri), ma nell’ultima udienza è stato dichiarato deceduto. Lo scorso dicembre ad appena 53 anni, Lepovic era tornato in Kosovo a trovare la mamma, rimanendo vittima di un malore. Nel procedimento infine le quattro parti offese non si sono costituite parti civili, perché l’imprenditore riccionese pare abbia ceduto a costo zero agli altri soci le sue quote.

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