Riccione, Aldo Giubergia e l’albergo dedicato agli ultimi: “Ospito persone sole, anziani o malati”

Riccione

A Riccione nord, a due passi dai binari, c’è un albergo che ha cambiato pelle: l’hotel Marano di Aldo Giubergia, pensione fino al 2016, poi dal 2020 un piccolo residence “di fatto”, che è diventato un approdo di ultima istanza per chi non ha alternative. «Ci siamo detti che dovevamo lavorare fino all’ultimo respiro», spiega, riferendosi alla moglie, con cui ha tenuto in piedi la pensione, la quale oggi purtroppo non c’è più. «Restano nove anni di mutuo e una casa che oggi è soprattutto un rifugio».

I clienti

Gli ospiti sono una quarantina, quasi tutti stabili. «I miei clienti sono persone sole: anziani senza famiglia, chi esce da un percorso di dipendenze, chi ha problemi di salute o un lavoro saltuario. Molti hanno 700–800 euro al mese di pensione: a me ne lasciano 500, ma devono anche vivere». Il telefono squilla spesso: «Mi chiamano i servizi sociali. Con loro lavoro dal 2000, spesso il contributo arriva direttamente alla struttura, su delega, per evitare guai».

Ma non è solo emergenza: qui passano storie di riscatto. «Una coppia peruviana era alla disperazione - racconta -: primo mese gratis, poi lavoro e affitto; anni dopo hanno casa e una figlia ragioniera»

«Si tira avanti»

Il “residence di fatto” regge su scelte semplici: microonde e frigo per scaldare un caffè o una minestra, lavatrici e asciugatrici comuni, una sala con libri dove la socialità è discreta. I conti, però, mordono: bollette «paurose» e tassazione piena. «Senza una mano del pubblico e dei privati non ce la fai», dice senza vittimismo. Non accusa: chiede una rete che coordini sociale, sanitario e amministrativo e un’attenzione in più per gli over 75. Intorno, una città che investe e discute: «Non dico di non fare piste ciclabili o rotonde. Ma tagliate una fettina anche per chi ieri ha lavorato per noi di oggi». Poi il monito: «Gli anziani aumentano, servono risposte adesso».

Filo diretto col Comune

Dall’altra parte l’assessora ai Servizi sociali Marina Zoffoli conferma una collaborazione strutturale. «Con Aldo abbiamo un rapporto ottimo. Per le persone seguite dai nostri uffici copriamo gli affitti e rimborsiamo le utenze quando ci sono i requisiti Isee. Non lo lasciamo mai un mese scoperto per i casi in carico - spiega -. Accolgo la sollecitazione: serve una rete più coesa. Stiamo potenziando gli strumenti che già ci sono, dai bonus affitti e utenze alla teleassistenza, dai centri diurni ai momenti di aggregazione nei “buon vicinato”, fino al trasporto con Auser, e stiamo ragionando, dentro i limiti di legge, su politiche di riuso: verificare se alcune strutture ricettive marginali, dove ci sia volontà dei proprietari, possano contribuire all’emergenza abitativa. È un tema distrettuale e regionale, con tempi lunghi e normative complesse, ma va aperto». Sulle difficoltà burocratiche l’assessora è netta: «Non ci si scappa, le norme a volte si contraddicono. Il compito del Comune è tenere insieme regole e bisogni reali». E sul “modello Marano” aggiunge: «Aldo è una figura positiva, da elogiare e supportare. Quando ha bisogno, viene in ufficio: noi ci siamo. Ma serve anche la responsabilità di un quadro normativo che aiuti a dare casa, non a chiudere le porte» conclude Zoffoli.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui