Riccione. Addio a Pico, lo storico fotografo

Riccione dice addio a una delle sue figure più care e rappresentative: a 95 anni è venuto a mancare Epimaco Zangheri, per tutti semplicemente “Pico”, il fotografo che per oltre settant’anni ha catturato con il suo obiettivo l’anima e la storia della Perla Verde. Attraverso il suo lavoro instancabile, Pico ha lasciato alla città un tesoro fotografico inestimabile: migliaia di scatti che testimoniano l’evoluzione di Riccione, i suoi abitanti, gli eventi che l’hanno caratterizzata e i personaggi famosi che l’hanno scelta come meta. Con il suo stile gentile e rispettoso, ha fatto della fotografia una vera e propria dichiarazione d’amore verso la sua città.
Gli inizi: da ragazzo di bottega a professionista
La storia di Pico inizia nel 1930. Rimasto orfano di padre in giovane età, a soli tredici anni entra come apprendista nel negozio del fotografo Alfredo Ricci in viale Gramsci, subito dopo aver terminato gli studi. Inizialmente si occupa delle mansioni più semplici, ma ben presto impara l’arte dello sviluppo fotografico e dell’accoglienza clienti.
Il momento decisivo arriva quando ha diciassette anni: Ricci gli affida il compito di “scattino” sulla spiaggia. Sono giornate intense e faticose, dall’alba al tramonto, tra fotografie ai bagnanti, ore trascorse in camera oscura e documentazione degli eventi mondani della città. Un apprendistato duro ma fondamentale per formare il suo carattere e la sua competenza professionale. Nel 1974 rileva l’attività di Ricci e fonda “Foto Riccione” insieme alla moglie Augusta e al figlio Gianni, dando vita a quello che diventerà un vero punto di riferimento per l’intera comunità.
Il testimone silenzioso della città
Per decenni, Pico è stato presente ovunque: dai grandi eventi pubblici alle piccole cronache quotidiane, dalle feste esclusive agli spettacoli nei locali più rinomati, fino alle semplici foto ricordo dei vacanzieri sulla battigia. Ha ricoperto il ruolo di fotografo ufficiale del celebre Dancing Savioli su invito dello stesso Bepi Savioli, e ha ritratto centinaia di personaggi famosi: da Totò a Gina Lollobrigida, da Pelé a Fiorello, da Lucio Dalla ad Alberto Tomba, oltre a numerosi campioni sportivi e ospiti illustri che hanno animato Riccione nel corso degli anni.
Il riconoscimento della città
Nel 2022, in occasione del Centenario di Riccione, l’amministrazione comunale ha voluto rendergli omaggio con la mostra “Foto Riccione. L’obiettivo di Pico”, allestita presso Villa Mussolini sotto la cura di Davide Bagnaresi e del figlio Gianni. L’esposizione ripercorreva la Riccione degli anni Sessanta e Ottanta, mostrando volti, usanze ed eventi della comunità locale, restituendo ai visitatori un patrimonio ricco di emozioni e memorie preziose.
La sindaca Daniela Angelini lo ha ricordato con commozione: «Oggi Riccione perde un pezzo della sua memoria, della sua anima. Con la scomparsa di Epimaco Zangheri, per tutti noi semplicemente Pico, se ne va il fotografo che ha saputo raccontare la città in tutte le sue sfumature: i riccionesi, gli ospiti, i tanti volti noti che negli anni hanno scelto la nostra Perla Verde. Con discrezione, gentilezza e un amore infinito per Riccione, Pico ha immortalato generazioni e generazioni di storie, consegnandoci un patrimonio fatto di immagini che sono diventate parte della nostra identità collettiva. A lui va il nostro grazie più sincero e commosso: Riccione non lo dimenticherà mai».
Un’eredità indelebile
Anche dopo il pensionamento, Pico non ha mai abbandonato la sua città: continuava a percorrere le strade di Riccione con la sua bicicletta, sempre pronto a essere presente dove serviva. Nel 2020, per i suoi novant’anni, ha ricevuto un riconoscimento per il sostegno offerto a Famija Arciunesa e alla comunità riccionese, con una targa che lo celebrava come custode della memoria storica locale. Con la sua scomparsa, Riccione perde il suo fotografo per eccellenza, ma eredita un patrimonio straordinario di immagini e ricordi che testimoniano l’amore profondo e sincero che Pico ha sempre nutrito per la sua città.