Metromare. Tosi: "Sarà un flop, non so se vado all'inaugurazione"

Riccione

RICCIONE. La sindaca non sale sul Trasporto rapido costiero. E resta a terra per il taglio del nastro, che considera «dal capolinea di Riccione una grande provocazione politica del Pd, nonostante gli schiaffoni a livello elettorale che ha già preso in città più di una volta». L’inaugurazione del Metromare è prevista per oggi, alle 13.30 dal capolinea della Perla verde, alla presenza della ministra alle Infrastrutture e trasporti Paola De Micheli, del presidente della Regione Stefano Bonaccini, e quello della Provincia Riziero Santi. La Tosi non ha dubbi: «Un taglio del nastro in pompa magna fatto per un trenino prima delle regionali, ma la gente ha capito: stiamo parlando di un ferro vecchio destinato a fare subito flop».
Progetto vecchio di 25 anni
Posizione, questa, che la prima cittadina porta avanti negli anni e ribadisce - contattata al telefono - anche a poche ore dalla partenza del Trc, quando con ogni probabilità non sarà presente. Anche se fino all’ultimo non dà la conferma: «Non voglio dire se ci sarò o meno - spiega - di certo stiamo parlando di un mezzo che è una ferita per Riccione e che hanno realizzato come presa di posizione contro di noi, una presa di posizione politica costata cento milioni per un progetto vecchio di 25 anni che percorre dieci chilometri in quasi mezz’ora, quando ci sono i treni che fanno lo stesso in sette minuti».
Punti strategici saltati
Nel mirino della sindaca finiscono quindi «i tempi, i costi ma anche il mezzo in sé che non è duttile, e non lo dico io ma i tecnici che hanno studiato l’opera: non passa e non si ferma per nessun punto strategico, né l’aeroporto, né le scuole, né l’ospedale, tutti luoghi per cui si userà sempre l’autobus».
E la Tosi rincara ricordando le polemiche trascorse in tutti questi anni: «Dal Pd hanno fatto di tutto per metterci all’angolo e farci passare per quelli che protestano a prescindere, ma la realtà è che abbiamo portato avanti la voce di tantissimi cittadini e ricordo in modo democratico, ma siamo stati bloccati come quando abbiamo chiesto di indire un referendum per capire chi voleva e chi no questo Trc».
Visibilità e dispetti
L’obiettivo della sindaca, quindi, non è stato raggiunto: «E sia chiaro, noi non volevamo bloccare l’opera, ma volevamo trovare un’alternativa: il mio primo atto amministrativo, una volta diventata sindaca, è stato proporre una variante meno invasiva, senza viadotto, che collegasse punti di interesse, ma non ci hanno ascoltato, non hanno ascoltato la comunità per una presa di posizione». Adesso, aggiunge la sindaca, «il Pd è in cerca solo di un po’ di visibilità prima delle elezioni e fa questa sperimentazione che non è neanche riconosciuta dal ministero, usa dei mezzi a gasolio in attesa dei quelli originali per i quali, tra l’altro, ci si dovrà di nuovo fermare e poi ripartire con eventuali collaudi e tutto il resto». Insomma, di salire sul Trc la sindaca non sembra essere intenzionata, né oggi né in futuro: «Io ho già vinto le elezioni due volte ma nel Pd forse non non hanno ancora capito: vogliono fare questi dispetti, queste provocazioni convinti di fare un danno a me, ma in realtà il danno lo hanno fatto alla comunità, che per fortuna ha capito e non si fa più incantare davanti ai tagli di nastro e agli spot elettorali».

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