Linus sulla vignetta del Pd: «Cattivi e superficiali, ne pagheranno le conseguenze»

RICCIONE. Veramente tantissimi, non dico centinaia, ma direi quasi migliaia: praticamente tutte le località turistiche d’Italia, saputo che abbandoniamo Riccione, non per scelta nostra, ci cercano. Hanno fiutato l’affare!». Così ieri in diretta a “Deejay chiama Italia” Linus e Nicola Savino hanno cercato di sdrammatizzare sullo storico strappo con la Perla verde. «Non so se è un affare - scherza il direttore - però sarebbero molto contenti di ospitarci e stanno arrivando disponibilità da ogni piazza, è una cosa che mi emoziona tantissimo». E poi, tra una battuta e l’altra svela: «Questa mattina mi è arrivata una delle proposte più affascinanti, Senigallia ci offre la Rotonda sul Mare». In un’intervista al Corriere della Sera, sempre ieri, Linus ha rotto il silenzio raccontando la sua versione del divorzio con l’Amministrazione. Al centro, una vignetta pubblicata sulla pagina Facebook del Partito Democratico locale, poi rimossa, che ha fatto traboccare il vaso. «Del post si occuperanno i nostri avvocati», annuncia il direttore artistico, rispondendo anche alle accuse di speculazione economica e criticando apertamente la gestione dei bandi comunali. Ma ciò che Linus sembra non perdonare è soprattutto la mancanza di chiarezza e rispetto: «Ci potevamo salutare da persone perbene».

Alla vigilia della presentazione del Piano Strategico per il Turismo, in programma oggi alle 15, al Palacongressi, Linus sintetizza al Corriere Romagna un rapporto che si è lacerato nel corso degli anni, in una costante diatriba tra identità e sperimentazione. Senza tralasciare le accuse incrociate sui social.

Direttore, come ha preso la vignetta pubblicata sui social e successivamente cancellata? Ha intenzione di adire le vie legali?

«Guardi, in quella vignetta c’è tutta la sintesi di queste persone: cattive e superficiali. Cattive perché non si fa una cosa così, superficiali perché ora ne pagheranno le conseguenze».

L’Amministrazione ha presentato una programmazione molto legata alla comunicazione. Siete stati contattati per condividere una linea?

«Mai parlato di piani di comunicazione con nessuno. Tutto top secret, tutto di nascosto, tutto sottobanco. Ovviamente non erano tenuti a farlo, si figuri. Ma veramente a questo punto ci sta anche un grande chissenefrega. Tra l’altro, visto che si nascondono dietro bandi e delibere, a me risulta che sia ancora tutto in alto mare».

Deejay a questo punto è ambita da varie località, ma la tempistica di questa operazione vi sta creando difficoltà?

«Il telefono suona ininterrottamente, non c’è località che non ci stia contattando. Ma siamo troppo avanti con la stagione e sono troppo amareggiato per la scorrettezza con cui siamo stati trattati, per questa estate ce ne andremo tutti in vacanza. Per assurdo, per noi economicamente non fare Riccione è una cosa positiva, visto che abbiamo sempre dovuto aggiungere cifre importanti per fare uno spettacolo all’altezza. Gratuito, ricordo».

Come si aspetta il ritorno in quella che è di fatto anche casa sua, la città di Riccione?

«A breve, mi guarderò bene dal tornarci. Credo che mi abbiano scritto nove riccionesi su dieci per dichiararmi affetto e riconoscenza, ma venire lì servirebbe solo a farmi rivivere questa follia».

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