Kevin Spacey: «Grato a chi ha atteso l’esito dei processi prima di giudicare»

Riccione
  • 25 giugno 2025

RICCIONE. Ha raggiunto il Palazzo dei Congressi di Riccione attraversando il red carpet concedendosi agli obiettivi dei fotografi con passo tranquillo. Poi è salito nella Sala Concordia e, con naturalezza, ha conquistato il pubblico. Appena entrato in sala, circondato dai reporter, ha improvvisato una gag ironica, imitandoli: “Picture, picture!”, “Look to me, look to me!” – rompendo il ghiaccio con umorismo e leggerezza.

Poco dopo le 14, Kevin Spacey si è concesso alla platea riccionese per quasi un’ora. Intervistato da Marco Spagnoli, direttore dell’Italian Global Series Festival, l’attore ha ripercorso la sua straordinaria carriera, arricchita da due Premi Oscar: nel 1996 come miglior attore non protagonista per I soliti sospetti, e nel 2000 come miglior attore protagonista per American Beauty.

Parlando proprio di questi due film, Spacey si è lasciato andare a riflessioni personali, emozionandosi per I soliti sospetti: “American Beauty parlava della ribellione lenta di un uomo che combatteva contro la vita moderna. Mi sono identificato con quelle emozioni. La cosa di cui vado più fiero? Quando qualcuno mi ferma per dirmi che si è riconosciuto nel mio personaggio. Questo significa che il mio lavoro è servito a qualcosa”.

Ha poi raccontato come l’esperienza alla regia abbia trasformato il suo modo di essere attore: «La regia ti rende grato. Hai una responsabilità enorme, sei sempre presente, devi portare soluzioni”. Divertente l’aneddoto su The Big Kahuna: “Cinque giorni prima delle riprese ho perso l’attore protagonista, mi ha chiamato dicendomi che non avrebbe più fatto il film. Ho pensato tanto e poi ho chiamato Danny De Vito assicurandogli che il ruolo era scritto per lui. Lui ha capito che non era vero quando gli ho detto che sarebbe dovuto essere sul set entro cinque giorni - qui ha riso Kevin Spacey, divertendosi a imitare la voce di Danny De Vito - ma ha accettato. È andata bene. A volte anche una bugia a fin di bene funziona».

Il dialogo ha toccato anche aspetti profondi della sua visione artistica. «Da giovane la fama sembrava una porta. Ora è uno specchio: riflette chi sei e chi gli altri credono che tu sia. Ma ora cerco di orientare quello specchio verso gli altri, non su di me». E sulla costruzione dei personaggi ha detto che il segreto per farli risultare credibili è che «non bisogna giudicarli, ma interpretarli. Anche i ‘cattivi’ pensano di avere ragione. Chi sono io per giudicare?»

Il teatro resta per lui un amore mai sopito: «Mi manca l’attimo tra le mie battute e il vostro respiro: è elettrico. Questo rapporto con il pubblico è ciò che rende il teatro insostituibile». Ai giovani talenti ha lanciato un messaggio chiaro: «Non inseguite la fama, ma la verità. Proteggete il vostro mestiere come fosse oro».

Con lucidità e serenità ha affrontato anche le sue vicende giudiziarie: «Ho fatto molto lavoro su me stesso, continuo a fare film. Sono grato a chi ha atteso l’esito dei processi prima di giudicare. Chi mi ha condannato senza prove ha il mio perdono, ma non cercherò più quelle persone». Alla domanda su come si riconquista la fiducia, ha risposto: «Ascoltando, dicendo la verità e continuando a lavorare con passione». Il suo ringraziamento finale è andato al pubblico: «Su internet c’è chi non mi ama, ma nella vita reale non li ho mai incontrati. Sono fortunato e profondamente onorato dalla vicinanza del mio pubblico».

L’incontro si è concluso con un lungo applauso e una standing ovation. All’evento erano presenti la sottosegretaria alla Cultura Lucia Borgonzoni, la sindaca di Riccione Daniela Angelini, la vicesindaca Sandra Villa e i membri della giunta comunale.

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