Apicoltore riempie i campi di fiori: "Nuova vita alle api"

Riccione

L’apicoltore diventa anche agricoltore per salvare le api. Nei suoi campi Paolo Falleroni semina fiori. «Ci troviamo di fronte a un collasso botanico di cui l’agricoltura industriale è responsabile, si è persa la biodivesità dei campi», racconta da testimone diretto Falleroni. «Originariamente non c’erano solo delle monocolture, come avviene oggi in cui tutto è stato esasperato. Le api non hanno più cibo e il polline è di qualità sempre più scarsa: quindi fanno una fatica pazzesca a sopravvivere. Poi c’è il problema dei pesticidi oltre al fatto che i primi di luglio i campi vengono arati e non c’è più un filo d’erba».

Ed è qui che nasce l’idea dell’apicoltore che diventa anche agricoltore. «Vado in controtendenza. Ho iniziato a Riccione, dove ho preso un terreno e ci ho seminato fiori di Sulla (il lupino). Ho notato la differenza nel comportamento delle api, che invece di smettere il loro lavoro alle 18, alle 21 sono ancora sui fiori, come una volta. L’idea è di sfruttare questo criterio, creare una sinergia con i privati e diffondere più sensibilità al problema».

L’obiettivo prosegue Falleroni «è migliorare il luogo in cui viviamo e usare sempre meno pesticidi. Le richieste non mancano: ne ho ricevute parecchie di persone che mi hanno offerto la loro terra. Naturalmente il terreno lo prendo pagando l’affitto, anche nei dintorni di Riccione».

Falleroni, 55 anni, ha iniziato nel 2008. «Ero ingegnere meccanico e lavoravo in proprio poi, con la crisi, ho chiuso con il mio lavoro precedente. Per me è stato un ritorno alle origini». La famiglia – spiega – ha infatti le radici ben piantate nell’agricoltura. «La famiglia Falleroni – Capelli da sempre ha abitato in un antico podere in viale Abruzzi di proprietà del mio bisnonno Agostino, che tornato dal Brasile alla fine dell’800 comprò circa 10 ettari di terreno fino al Castello degli Agolanti. Oggi ne sono rimasti circa 2.000 metri. Il bisnonno da parte di babbo, originario di Castelfidardo, anche lui fu un migrante e andò a Marsiglia per imbarcarsi verso l’Argentina. Aveva solo 12 anni. Lì imparò l’arte dell’apicoltura e tornò dopo 10 anni. L’apicoltura proseguì con mio nonno Vincenzo. Cominciai ad appassionarmi costruendo le mie arnie». L’apicoltore ha creato anche il “Bee–living” per la ricezione extra alberghiera e i propri prodotti. Il numero dell’Azienda agricola Paolo Falleroni di Riccione è 347 5309641.


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