Ha frequentato e lavorato in locali e discoteche di mezzo mondo. Ecco perché le parole di Alberto di Molfetta, meglio conosciuto come Albertino, hanno un peso specifico particolare quando si parla di tendenze e popolo della notte, che conosce ormai da quarant’anni. «Riccione e più in generale la Riviera hanno un potenziale unico e offrono già tantissimo ma per riconquistare quella leadership serve un lavoro di squadra sulle strutture, compresi gli hotel e la discoteche da riqualificare verso l’alto, che riporti un determinato turismo, ovvero quello dei big spender».
Il dj e direttore da poco più di un anno di m2o radio lo spiega il giorno dopo avere inaugurato, in console, la discoteca Musica, nata dalle ceneri dell’ex Prince.
Com’è andata la prima serata?
«Davvero bene, ho rivissuto in parte quell’energia e quell’atmosfera magica in cui la collina di Riccione e la Riviera avevano fatto scuola anche all’estero. Ora magari c’è chi ha messo la freccia ma tutto è partito dalla Riviera».
Quali sono le località che l’hanno superata?
«Non mi piace fare classifiche. Diciamo che la Riviera è ancora molto gettonata, per usare un termine anni Ottanta, ma alcune località, vedi il Salento, negli ultimi tempi sono state prese d’assalto, anche se non sono riuscite a gestire il flusso per mancanza di strutture».
A Riccione le strutture ci sono.
«Vero, però bisogna investire, come hanno fatto i nuovi gestori del Musica, un locale che non ha nulla da invidiare, in termini anche di tecnologie, alle migliori discoteche d’Europa».
Anche il Cocoricò riaprirà con il suo nome. Potrà dare una mano?
«Certo, il Cocoricò gestito in un determinato modo ha un potenziale immenso».
Il motivo per cui la notte ha perso parte del suo fascino secondo lei qual è?
«Non c’è un motivo preciso, forse è semplicemente finito un ciclo, ma non per forza c’è sempre un colpevole in quello che accade».
L’idea di portare clienti e il popolo di Ibiza e non solo con jet privati, come proposto dai gestori di Musica, è una strada percorribile?
«A patto che tutti facciano la loro parte. Serve un aeroporto che lo permetta e occorre investire non solo nelle discoteche e nei locali ma anche nella “fascia diurna” e quindi negli alberghi, puntando magari su una
remixata con una presenza di più hotel a cinque stelle. Perché una singola discoteca, anche la migliore d’Europa, non è sufficiente».
Ibiza cos’ha in più della Riviera?
«Ibiza ha insegnato che il mondo della notte è un mestiere che va gestito con professionalità e non è un gioco: c’è un marketing, delle strategie, delle regole precise da rispettare. E poi ha grandi impianti e su quello ha investito tanto».
Quindi solo facendo quel salto negli investimenti si intercetterà quella fascia internazionale che manca?
«Esatto. Anche perché ormai è più facile viaggiare e le persone vedono le differenze Ma a Riccione si può fare perché si parte da una base già molto buona. Io qui vengo dal 1988 e ho pure casa, posso dire di conoscerla, so cosa ha dato in passato e cosa può dare ancora».
Si parla di un ritorno di turisti giovanissimi, secondo lei puntare su questo target ha dei vantaggi?
«Non sono d’accordo: i turisti giovanissimi qui a Riccione ci sono sempre stati negli ultimi anni, per loro c’è tanto divertimento e non è un errore puntare su di loro E c’è da sempre anche un turismo fatto di famiglie».
Quest’anno però si segnalano problemi di ordine pubblico, questa volta non in discoteca, proprio per la presenza di vacanzieri molto giovani. Questo aspetto come andrebbe gestito?
«Intanto mi fa piacere che per una volta non c’entrino le discoteche con questi problemi di ordine pubblico. Detto questo, posso assicurare che il cretino, il vandalo o peggio ancora il delinquente può avere tutte le età, non solo 16 anni. La stragrande maggioranza dei giovanissimi è a posto e Riccione e la Riviera non li devono perdere».