Riccione, rilasciato dopo il week-end in cella, poco dopo è arrestato per furto

«Signor giudice io non ho rubato niente. A quel ragazzino mio connazionale appena conosciuto, avevo spiegato di aver bisogno di soldi perché il Tribunale mi aveva detto che non potevo stare più qui. Lui si è offerto di aiutarmi e sarebbe andato a prenderli dalla fidanzata in spiaggia; non sapevo che mi avrebbe dato una mano rubando qualcosa». Potrebbe dare una svolta alla sua vita iscrivendosi ad una scuola di recitazione, il 19enne di nazionalità marocchina che lunedì pomeriggio, una manciata di ore dopo essere stato rilasciato dopo aver trascorso il fine settimana in cella di sicurezza per una serie di furti sull’arenile, in due negozi del centro di Riccione e aver usato una carta di credito rubata per gustarsi un’imponente coppa gelato, c’è ricascato un’altra volta, è stato nuovamente arrestato per furto in concorso con un suo connazionale 17enne.

Il “colpo”

Il 19enne che sabato alla prima cattura aveva detto di essere arrivato in Riviera in cerca di lavoro, lunedì è stato bloccato da una pattuglia del Nucleo radiomobile della Compagnia carabinieri di Riccione, mentre gambe in spalla stava scappando da piazzale Roma, dopo una scena degna del miglior Fantozzi. Quello che con i militari ha cercato di spacciare come colui che gli avrebbe permesso di avere i soldi per salire in treno e rientrare a Baggio, periferia dell’hinterland milanese dove vive la madre, in realtà è risultato essere il complice del furto di una borsa lasciata incautamente incustodita da una turista su un asciugamano della spiaggia davanti a piazzale Roma. La coppia di ladri, hanno raccontato i testimoni, ci si è fiondata sopra come un avvoltoio sulla carcassa di una preda. Solo che una volta presa in mano, hanno iniziato a contendersi la borsa tirando uno da una parte e una dall’altra. Ad avere la meglio è stato il 17enne che però è stato anche il primo ad essere fermato da una prima pattuglia dell’Arma. Il ladro recidivo è stato bloccato poco dopo.

Lo show

Ricondotto nuovamente in manette in Tribunale a Rimini, difeso dall’avvocato Piergiorgio Campolongo, dopo la convalida dell’arresto alla lettura della sentenza (obbligo di dimora dove risulta residente col padre e firma dai carabinieri tre volte alla settimana ad Angri, Salerno), si è fatto prendere da una crisi di panico tanto da costringere il presidente a chiedere l’intervento del 118 per sedarlo.

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