Riccione Piadina, la passione impastata con acqua, strutto e farina

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Con quella che è la vera carta d’identità gastronomica di questa terra, tanto che Giovanni Pascoli la definiva “il pane, anzi il cibo nazionale dei romagnoli”, è stata folgorazione a prima vista appena messi i piedini fuori dalla culla. Nei primi dei 49 anni di vita Roberto Bugli osservava la ‘magia’ della trasformazione di farina, acqua, sale e strutto in quel “disco volante” dal sapore gustosissimo e rimaneva incantato. Così, appena raggiunta l’età lavorativa, non ci ha pensato un secondo, ha fatto della passione innata una professione e sulle note di Samuele Bersani ha dato vita a Riccione Piadina. Erano i primi anni ’90 e in oltre 25 anni, le sue inconfondibili confezioni arancioni hanno raggiunto le tavole di tutta Italia e di mezza Europa in un’escalation continua fatta di numeri in ascesa e progetti sfornati a ripetizione.

Bugli, partiamo dal principio: come e perché nasce Riccione Piadina?

«Da un’incredibile storia d’amore, visto che facevo la piadina con mia mamma quando ancora non arrivavo neanche al tagliere. I miei genitori avevano un negozio di frutta e alimentari, ma a me quel lavoro non piaceva. Intorno ai 20 anni ascoltavo Samuele Bersani che cantando invitata “a esportare la piadina romagnola”, ho conosciuto Leonardo Candiracci, che è stato per più di 20 anni il mio socio, e siamo partiti: siamo stati un binomio perfetto, lui si occupava della qualità del prodotto e io del commerciale, è cominciato tutto quasi per gioco proponendo la piadina al di fuori della Romagna e poi è diventato un mestiere. Oggi la mia azienda continua su quelle orme e con lo sguardo dritto al futuro, perché la piadina è per me una vera passione: la ritengo la sintesi della Romagna e dei romagnoli (l’accoglienza, la gentilezza, la genialità, il sorriso). Dopo i primi vagiti con la distribuzione dal magazzino del negozio di famiglia a Riccione, il primo laboratorio l’ho aperto a Miramare nel 1994, poi a Rimini ne ho avuti altri due e ben cinque a San Giovanni in Marignano fino a giungere all’attuale».

Veniamo allora ai giorni nostri, con una fotografia dell’azienda oggi e un po’ di numeri.

«Per fortuna parliamo di un’attività in grande salute, che chiuderà il 2021 con 10 milioni di fatturato facendo segnare un’ulteriore crescita nonostante la pandemia. Siamo 60 dipendenti e lavoriamo principalmente sul mercato italiano, in tutte le regioni, e siamo su tutti i banchi dei supermercati delle più importanti catene della Grande Distribuzione Organizzata (GDO) riconosciuti come premium brand per la qualità dei nostri prodotti. L’estero è la nostra nuova scommessa: diffondere la cultura della piadina, che va raccontata e spiegata: stiamo già lavorando con Germania, Belgio, Francia e Stati Uniti, con numeri incoraggianti. Abbiamo comunque grandi aspettative e stiamo investendo molto sul nostro ufficio export, perché siamo certi che riusciremo a raggiungere le soddisfazioni che abbiamo sul mercato italiano.»

Avete fin da subito dimostrato grande attenzione al marketing con la riconoscibilità in arancione, ma anche al luogo di lavoro: grazie alle nuove tecnologie, produttività oraria aumentata del 200%, condizioni di lavoro migliorative, risparmio energetico proporzionale del 60% di energia e riduzione degli scarti dell’85%

«Abbiamo fatto un upgrade importante nel nuovo stabilimento, ottimizzando la produttività. Abbiamo innovato tutti i macchinari, progettati e realizzati tailor made per noi, che hanno eliminato i movimenti ripetitivi degli operatori aumentando quindi la qualità del lavoro, l’efficienza e la velocità. Ma mantenendo sempre le caratteristiche di qualità del prodotto, che sono il punto centrale della nostra attività. Grande importanza hanno per noi le numerose certificazioni, tra le varie quella IGP, BIO, IFS e BRC che attestano la grande attenzione che mettiamo nei processi produttivi e nella scelta delle materie prime di eccellenza: ad esempio l’ utilizzo di solo grano romagnolo certificato! Non da ultimo abbiamo in tutti gli stabilimenti impianti fotovoltaici che ci aiutano a essere ancora più green e acquistiamo solo energia rinnovabile dall’ente di distribuzione».

Non manca poi lo sguardo al sociale grazie al legame speciale con la Fondazione Simoncelli

«Chi non ce l’ha in questa zona un legame speciale con Simoncelli? Questa è la terra di piadina & motori e nel nostro piccolo cerchiamo di fare qualcosa per aiutare la Fondazione. Abbiamo fatto per loro delle box con merchandising personalizzato con l’immagine 58 Sic e parte del ricavato va alla Fondazione, che sceglie i progetti a cui aderire: è un piccolo aiuto per il papà di Marco e i ragazzi che lo affiancano».

Da poche settimane avete aperto la prima Osteria Riccione Piadina a San Giovanni in Marignano

«Nasce come luogo in cui poter celebrare la piadina: non è un semplice ristorante, gli ospiti vengono per fare un’esperienza degustando la piadina gourmet, che non è altro che quella delle nonne ma con il tocco di uno chef del calibro di Tomas Morazzini, bravissimo a interpretare il prodotto, lo stesso poi presente nei banchi dei supermercato con il nostro logo. È una dichiarazione d’amore alla piadina, per abbinarla con tutti i prodotti di eccellenza dalla mortadella, alle ostriche, al tartufo».

Anche il progetto Maestro Piadinaro con le scuole si inserisce in questa traiettoria?

«Certamente. Nasce in collaborazione con l’Istituto Alberghiero Savioli di Riccione con l’obiettivo di creare un percorso professionale legato al mondo della piadina offrendo agli studenti l’opportunità di conoscere un lavoro nuovo nel concreto. La piadina è infatti una parte fondamentale del tessuto di questa terra ed è basilare secondo noi creare un percorso didattico nelle scuole, partire dalla formazione. Il progetto prevede lezioni pratiche e teoriche a cura di docenti e personale interno di Riccione Piadina su ‘la storia della piadina’, “lo studio delle materie prime’, ‘trasformazione’ ‘metodi di cottura’ e ‘metodi di farcitura’. La collaborazione prevede anche un’attenzione particolare agli studenti diversamente abili, che sono già coinvolti dallo scorso anno nel progetto ‘la piadina diversamente buona’. Collaboriamo inoltre con il Centro 21 di Riccione attraverso iniziative di crowdfunding, e una delle loro ragazze, Eugenia, lavora con noi in Osteria come inserimento lavorativo sociale, è davvero bravissima e siamo felici che faccia parte del nostro staff».

A proposito di progetti, chiudiamo con il Piadina Experience, una sorta di Museo della Piadina in via di realizzazione: di cosa si tratta?

«Sarà un incredibile viaggio per celebrare la piadina: creeremo un percorso interattivo (per le scuole di ogni grado e per i tanti turisti che arrivano in Riviera) in cui si farà un’esperienza immersiva e futuristica, oltre ad avere la possibilità di mettere le mani in pasta con le nostre nonne! Saremo pronti fra Natale e l’inizio 2022, perciò restate in attesa di questa straordinaria sorpresa!».

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