Riccione, "Pago i tamponi ai miei dipendenti per garantire la libertà di scelta"

Riccione

Non si è vaccinato («ho una forma allergica, mi è stato sconsigliato») ma rifiuta l’etichetta di no vax l’imprenditore riccionese Alfonso Pellegrino che ha annunciato di volere pagare i tamponi a tutti i suoi dipendenti. Da quando si è diffusa la notizia riferisce di non avere avuto vita facile sui social network. L’accusa è quella di ostacolare indirettamente la campagna vaccinale, favorendo chi sceglie di non immunizzarsi.

Quanti siano i non vaccinati tra gli attuali cinque lavoratori che ha in servizio, «e che presto saliranno a otto o nove perché ci stiamo ampliando», il titolare di “Ingegni srl”, azienda che si occupa di progettazione e realizzazione di arredi a Riccione, non vuole dirlo. «C’è la privacy da rispettare: non lo so e non lo voglio sapere».

Inevitabilmente ne verrà a conoscenza nel momento in cui i suoi dipendenti gli presenteranno le ricevute dei tamponi al fine di ottenere il rimborso promesso. «Non lo faccio perché sono un no vax - insiste Pellegrino che è anche consigliere comunale a Riccione eletto con la Lista Civica Renata Tosi -, non lo sono. Sono però un liberale e credo che sia un diritto potere scegliere. Chi vive di uno stipendio se deve farsi carico di spendere duecento euro al mese in tamponi di fatto non è messo nella condizione di scegliere: il governo ha imposto un obbligo furbescamente». Di qui la scelta di dare la possibilità ai dipendenti di potere continuare a lavorare senza vaccinarsi: il costo dei tamponi lo sosterrà l’azienda. «Per un’azienda sostenere costi del genere è molto più agevole: per un lavoratore 200 euro al mese possono rappresentare anche il 15% dello stipendio. Come arriva alla fine del mese?».

#getAltImage_v1($tempImage)

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui