Riccione, nuovo look per la spiaggia 53 verso l'estate 2022

Riccione

La spiaggia 53 si rifà il look: sono partiti a inizio dicembre i lavori al bagno della famiglia Casadei, che lo gestisce da 40 anni. Luciano e Renzo hanno rilevato infatti lo stabilimento nel 1971 continuando una tradizione familiare che li ha visti impegnati sulla spiaggia e in mare per diverse generazioni. La continuità della tradizione viene rinnovata dal figlio Diego e dalla sua famiglia che attualmente si occupano della gestione dello stabilimento. È lo stesso Diego, presidente della Cooperativa bagnini di Riccione, che racconta il restyling: «Il progetto prevede un chiringuito aperto durante il giorno per il servizio bar e dal pomeriggio anche per aperitivi e intrattenimento. E una ulteriore apertura verso il mare: rimarranno solo cabine verticali. Inoltre la casina del bagnino verrà ristrutturata esternamente e l’area polifunzionale verrà completamente rimodulata».

L’estate al nuovo 53

Sarà un’estate 2022 carica di novità alla spiaggia 53, un cambiamento fortemente voluto per un impegno notevole, «abbiamo investito oltre 100 mila euro, tuttavia non posso quantificare esattamente – spiega Casadei – si parte con delle idee, ma gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo. Oltre alla tipica cordialità romagnola, la familiarità della gestione, la tradizione subirà una ventata di innovazione mantenendo i servizi che già c’erano, il chiringuito offrirà servizio diretto ai clienti, ci sarà più spazio per l’intrattenimento e tutte le strutture subiranno una rinfrescata».

L’enigma concessioni

Ma il destino, per chi investe tra i balneari, non sembra roseo. A fronte di sacrifici e progetti la tegola arriva dal Consiglio di Stato che ha definitivamente affossato la legge del 2018 che prorogava le concessioni fino alla fine del 2033, indicando il 31 dicembre 2023 come termine ultimo per le proroghe delle concessioni balneari che, da inizio 2024, saranno quindi aperte al libero mercato. «Ci sono due situazioni da analizzare, – spiega Casadei – prima di tutto quando abbiamo presentato i progetti a Comune e Sovrintendenza, abbiamo chiesto il mutuo, abbiamo stipulato i contratti con tutte le ditte per i lavori, avevamo una prospettiva al 2033, secondo legge dello Stato, poi improvvisamente ci siamo trovati con una sentenza che ribaltava tutto al 2023, dieci anni in meno, ma avevamo già stipulato tutto, non potevamo tornare indietro. Il secondo aspetto è la necessità che il governo metta mano ad un quadro normativo che permetta di tutelare il nostro sistema balneare , che lavora da anni nel settore, ha creato un indotto non solo sulla spiaggia, e lo chiediamo sempre nel rispetto delle normative. Stravolgere questo sistema sarebbe arrecare danno a tutto il turismo balneare».

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