Riccione, Notte Rosa: raccolta di firme per eliminarla

Nasce una petizione per “abolire la Notte Rosa”: l’iniziativa è partita in primis dall’ex gruppo misto in Consiglio comunale formato da Valentina Villa, ex UniAmo, e da Gianluca Vannucci, fuoriuscito dal Pd, e fondatore insieme a Luigi Santi di Riccione in Azione. «Raccogliendo le numerose sollecitazioni pervenute – spiegano – abbiamo deciso di avviare una petizione popolare attraverso la raccolta di firme da inviare al Comune di Riccione per chiedere a VisitRomagna di abolire l’appuntamento, sostituendolo con un nuovo evento di qualità o in subordine di non aderire più alla manifestazione». All’iniziativa si sono uniti poi Luigi Santi, portavoce di Riccione in Azione, e Mauro Villa.

Change.org

Così da ieri è attiva sulla piattaforma Change.org la petizione per chiedere di Abolire la Notte Rosa e sostituirla con un altro evento di maggiore qualità. «Questo format ha ormai esaurito la sua energia attrattiva da anni e andrebbe sostituito con un nuovo evento che qualifichi tutto il territorio romagnolo. La petizione è partita e da allora molte sono state le sollecitazioni, le critiche e le richieste di cittadini e operatori economici ormai esasperati per un evento vecchio e finito, che richiama un pubblico di bassa qualità e che richiede uno sforzo enorme da parte di forze dell’ordine, operatori sanitari e operatori ecologici per limitare i danni di questa manifestazione – così spiegano i promotori –. Dopo 18 anni è ora di cambiare, è ora di far sentire la voce dei cittadini per chiedere mediante il Comune di Riccione a VisitRomagna l’abolizione della Notte Rosa».

Iniziativa non politica

«L’iniziativa è partita da noi, ma non ritenevamo opportuno connotarla politicamente, anche perché le critiche sono trasversali – spiega l’ex assessore Luigi Santi –. La petizione online è trasparente. Riteniamo opportuno andare avanti con la raccolta firme, ma non si escludono altre “vie” per raccogliere il dissenso comune verso questo evento ormai vecchio. Vorremmo che si pensasse ad un evento alternativo: un prodotto per tutta la Romagna, coinvolgendo anche l’entroterra, la cultura, l’enogastronomia. È opportuno dire “stop”. Alziamo l’asticella, inventiamoci un evento di qualità viste le problematiche che porta questa manifestazione» conclude Santi.

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