Riccione, naufragio della Bruna: il ricordo si riaccende

Riccione

RICCIONE. Naufragio della nave Bruna: oggi alle 11 si svolgerà la commemorazione. L’appuntamento torna dopo la polemica dello scorso anno per il mancato ricordo del 90° sollevato dall’ex consigliere comunale Emanuele Montanari, nonché nipote di Augusto Tommasini, proprietario della barca, che aveva sottolineato «il silenzio dell’amministrazione».

Ma oggi, insieme con lo scrittore Carlo Volpe, autore del volume “Riccione Marina, memorie balneari del Novecento”, i referenti del centro di documentazione comunale riceveranno al monumento Caduti del mare, in viale Torino, la classe 4ª della scuola Marina centro per una significativa e partecipata commemorazione, alla presenza dell’assessore alla Scuola, Servizi educativi, Alessandra Battarra, e dell’assessore al Demanio, affari generali, Andrea Dionigi Palazzi. La classe, che sta portando avanti un percorso di ricerca sul tema “Cura di sé, degli altri, del proprio ambiente di vita”, ha condiviso che ricordare «è fondamentale, perché permette di mantenere e custodire la nostra identità». Il naufragio del '29 ha insegnato che "Al mare bisogna sempre dare del lei”.

La barca affondata nella notte del 17 gennaio era di Augusto Tommasini, mentre capobarca era il fratello Secondo». Successivamente con 5mila lire Augusto comprò il terreno per fare la sede della Cooperativa piccola pesca, dedicata al fratello Secondo. Nel naufragio persero la vita l’intero equipaggio formato da Secondo Tommasini (Piruléin) di 34 anni, Paolo Ceccarelli motorista di 23 anni e dei marinai Roberto Pronti 38 anni, Giulio Gennari 31 anni e Ubaldo Righetti di 19 anni. L’imbarcazione prese il largo insieme alla “Nuovo Pietro” di Cattolica, imbarcazione d’appoggio per la pesca a strascico a “cocchi” di Agostino Arduini detto “Zaniara” della famiglia dei Cumpagnoun.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui