Riccione, molestie a minorenne: indagato arbitro di scherma

Questa volta sarà difficile per la Federazione italiana scherma chiudere il caso rapidamente. E il caso riguarda l’arbitro Emanuele Bucca, 42 anni, estromesso dalle pedane internazionali dopo aver “patteggiato” con i “giudici” interni della Fis la pena della sospensione di un mese dall'attività dopo aver ammesso d'aver cercato di abusare sessualmente di una giovane arbitra in occasione del Gran premio giovanissimi “Renzo Nostini” svoltosi dal 9 al 19 ottobre scorsi a Riccione. Su Bucca ha infatti acceso i fari anche la procura della Repubblica di Rimini e per un altro fatto ancora.
Bucca, stando alla denuncia presentata dai genitori di una schermitrice minorenne, sempre nel corso della stessa due giorni riccionese che ha visto calcare le pedane a 113 schermitori Under 14, avrebbe cercato di violentare anche lei. Del caso se ne sta occupando il pubblico ministero Luca Bertuzzi che dopo aver raccolto la denuncia, iscritto il nome dell’allenatore nel registro degli indagati ipotizzando il reato di violenza sessuale aggravata dalla minore età della presunta vittima, ha attivato la polizia giudiziaria. A seguito dei riscontri investigativi la Procura ha comunicato al legale di fiducia di Bucca l’avvocato Walter del Foro di Trapani d’aver fissato un incidente probatorio per le prossime settimane.

Violenza seriale

La notizia dell’inchiesta penale a carico dell’arbitro della Fis arriva nella giornata in cui il quotidiano “La Repubblica” ha dato notizia di un’altra grave vicenda a sfondo sessuale avvenuta sempre durante il meeting giovanile tenutosi a Riccione nell’ottobre 2021. Un caso che, come detto, la Federazione ha gestito direttamente senza sporgere denuncia agli uffici giudiziari riminesi. Vittima delle “pesanti avances” una giovane arbitra nella notte tra il 18 e il 19. L’arbitro di sciabola avrebbe invitato la giovane collega nella stanza da lui occupata cercando di ottenere i suoi favori dicendole che questo l’avrebbe agevolata nella carriera, a partire dall’esame da fischietto nazionale. Nonostante il rifiuto, secondo l’accusa, Bucca non demorde. Le blocca le mani e le impedisce di guadagnare l’uscita ed a forza più e più volte la scaraventa sul letto. Saranno le urla disperate della ragazza a salvarla: qualcuno le raccoglie, bussa alla porta e questo spegne Bucca che la mattina dopo chiede alla giovane vittima di non farne parola con nessuno. Richiesta vana: lei ha già raccontato tutto ad un suo superiore. Il caso arriva nelle stanze della Fis il 20 ottobre: Bucca si scusa del comportamento con una mail alla Federazione che, anziché convincere la vittima a sporgere denuncia o a prendere direttamente l’iniziativa con la magistratura ordinaria, informa la Procura generale. Si arriva così al deferimento del 9 dicembre che culmina a gennaio con il patteggiamento “senza incolpazione” tra Fis e Bucca: 30 giorni di sospensione. L’accordo evita il processo sportivo davanti ai tribunali federali e permette ad uno dei due giudici italiani alle Olimpiadi di Tokyo di tornare ad arbitrare a fine febbraio. Ultima nota: la sentenza non viene pubblicata.

Newsletter

Iscriviti e ricevi le notizie del giorno prima di chiunque altro Clicca qui