Riccione, molestato per due volte dal maniaco che gli chiede indicazioni stradali

RICCIONE. Per quattro anni ha cercato di buttarsi alle spalle quei due episodi dove uno “sconosciuto” lo aveva avvicinato e molestato sessualmente. L’uomo, però, ricomparso all’improvviso, si è rimesso a ronzargli attorno. Per questo ha deciso di correre dai carabinieri e denunciarlo, allungando così la lunga lista di “disavventure” con la giustizia del riccionese, classe 1981, balzato agli onori delle cronache per aver inventato un modo tutto suo di adescare giovani vittime: pubblicare inserzioni con offerte di un impiego per poi molestarli sessualmente con la scusa di dover prendere le misure per le divise da lavoro. Vicenda che sarà trattata nell’udienza preliminare fissata per il prossimo 18 febbraio dove il suo legale di fiducia, l’avvocato Elisa Pelaccia, chiederà il rito abbreviato condizionato ad una perizia psichiatrica.

Quello degli annunci è stata l’evoluzione della ricerca di vittime nelle zone frequentate dagli adolescenti riccionesi. Come nel caso del ragazzino, oggi maggiorenne, che ieri mattina davanti al collegio presieduto dalla giudice Raffaella Ceccarelli, ha ripercorso i due episodi per cui il maniaco oggi è a processo con le accuse di violenza sessuale aggravata dalla minore età della vittima.
I due agguati si sono verificati tra gennaio e aprile del 2013 quando il ragazzino aveva 13 anni. La prima volta, ha raccontato, stava facendo ritorno a casa. Si è accorto di essere seguito, così ha allungato il passo. Il maniaco, a questo punto, gli ha messo una mano sulla spalla per fermarlo. Lo ha fatto girare per avere indicazioni su una strada e contemporaneamente gli ha stretto il pene per circa 30 secondi.

«Non ho urlato, gli ho detto che non conoscevo la strada. Appena ha lasciato la presa sono andato a casa, dove non ho detto nulla». Un segreto che ha continuato a mantenere nonostante sentisse su di sè gli occhi dell’imputato, ogni mattina quando andava a scuola. Non era stato così tre mesi dopo, mentre passeggiava vicino a un campo da calcetto. Anche questa volta l’aveva avvicinato con la scusa di un’indicazione stradale. La mano gli era poi partita subito verso il basso ventre dove era rimasta attaccata per un paio di minuti. Questa volta aveva vuotato il sacco a casa ma il timore di non essere creduto lo aveva fatto decidere di raccogliere più informazioni sullo sconosciuto. Che però farà perdere le sue tracce fino alla fine del 2017, quando ricompare e torna a puntargli gli occhi addosso. Una situazione che gli mette profonda angoscia cui decide di dare un taglio un paio di giorni dopo aver festeggiato il 18esimo compleanno. Va dai carabinieri e lo denuncia. Prossima e ultima udienza il 22 aprile.

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