Riccione. Locale affollato e caso: proteste e raccolta di firme

Riccione

Movida incontrollata, le polemiche infiammano viale Dante. A segnalare assembramenti notturni, sporcizia, nonché decoro in caduta libera, sono diversi residenti e titolari della zona. Minimo comune denominatore è che nessuno ha «niente contro i giovani» e che tutti «hanno il diritto di portare a casa lo stipendio».

La protesta dei vicini

Premesso questo però, sono in molti a lamentarsi per i locali nel cuore della città. Nel mirino, in particolare, finisce il My Drink. I motivi? Dal Marini ne elencano diversi, anche se «la colpa non è dei proprietari, ma della situazione in sè» tuttavia «i clienti usano il viale come una discoteca a cielo aperto o una spiaggia su cui sia in corso una festa», affermano. Eppure «in pandemia non si può ammassare gente, oltretutto senza mascherina, ubriaca e a torso nudo». Anche perché «un simile spettacolo spaventa le famiglie in vacanza che fanno giri infiniti, pur di evitare questa zona». In più, aggiungono dal negozio di biancheria: «Il personale del locale fa volantinaggio, invadendo a sua volta la via». Morale? «Le attività, già in ginocchio rischiano di crollare, proprio quando dovrebbero lavorare di più, ossia nelle sere d’estate».

Sull’atteggiamento dei giovani che si affastellano «a gruppi di 10-15» anche sulle panchine, le considerazioni dei commercianti sono unanimi: «Entrano nei negozi col bicchiere in mano, rischiando di rovinare la merce». Spesso prendono «le nostre sedie per portarle altrove e dobbiamo fare la caccia al tesoro per ritrovarle». Ed ancora: «Se si prova a farli ragionare, ci ridono in faccia o ci insultano e mettono in disordine gli oggetti sugli espositori». E se alla Farmacia si parla della raccolta firme già iniziata, da un negozio vicino al My drink, si fa presente che «dopo le 11 non si riesce più a lavorare, perché i capannelli impediscono alla gente di passare. Così a rimetterci è soprattutto chi gestisce attività dedicate a famiglie e bambini».

In linea il salone da parrucchiere Vera Steffen dove il personale all’apertura deve ripulire la zona da «bicchieri di carta, urina, fazzoletti sporchi e mascherine». Analogo bottino viene raccolto anche da altri, che non vogliono esser nominati, ma si sono ritrovati anche «con vasi rotti e piante rovinate». Dall’hotel Cavallino bianco si chiedono poi maggiori e più prolungati controlli «per evitare il caos e le bravate dei ragazzi che si tuffano nel canale», fermo restando che i pullman «scaricano persone già alterate».

Intanto sui Social esplodono i disagi sia dei residenti che non riescono a dormire sonni tranquilli «pur dovendo recarsi al lavoro l’indomani», sia dei turisti che alloggiano nelle palazzine di prestigio dislocate nell’area «sostenendo spese importanti».

La replica del My Drink

Dal canto suo Angel Lopez titolare del My Drink replica, partendo da quello che definisce «il nocciolo del problema, ovvero la mancanza di contenitori abbastanza ampi da accogliere così tanti giovani specie nel week-end». E sottolinea: «Il mio locale ha un pubblico fisso di residenti, ma è difficile gestire anche i turisti, un problema comune anche ad altri bar di Riccione e Rimini». Perciò ha assunto «tre addetti alla sicurezza: il primo per controllare i documenti, il secondo per sgomberare il viale e l’ultimo per evitare che venga recato danno agli esercizi commerciali vicini». Figure capaci di «controllare la zona e di allontanare i gruppi equivoci che si vedono soprattutto nel fine settimana». Tanto che «Rai 1 ci ha dedicato un servizio in prima serata per come gestisce gli eventi in sicurezza». Quanto al volantinaggio «noi non lo facciamo, basta il passaparola fra riccionesi». A fronte poi dei numeri enormi con circa «10mila ragazzi presenti a Riccione – afferma Lopez – forse i primi a far attenzione dovrebbero essere gli albergatori al momento delle prenotazioni». Sulla pulizia sottolinea di aver affidato l’incarico «ogni notte a tre dipendenti, poco prima della chiusura delle 3, anche se circa un’ora dopo passano i netturbini». Pertanto «quello che i negozi vicini trovano al mattino, non è lasciato dai miei clienti, tanto più se si tratta di bottiglie o contenitori in vetro che non distribuisco».

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