Riccione, lo sport in ginocchio: "Fatturati e iscritti crollati"

Riccione

Lo sport sempre più in difficoltà dopo gli aggiornamenti delle normative anti-Covid: le società sportive sono in ginocchio, arrancano, cercando di sopravvivere a obblighi sempre più stringenti e complessi.

Quarantene e tante le perdite

Ma come stanno le società riccionesi? Quelle che resistono, sono società sportive stremate, che hanno registrato cali disastrosi sia di fatturato che di clienti.

«Abbiamo il 70% degli allievi a casa in questi mesi, tra malati di Covid e quarantene, per una persona che rientra, ne stanno a casa quattro» spiega Antonella Bartolacci della omonima Accademia di danza, che tuttavia non nega un umore decisamente migliore rispetto al passato, quando la scuola rimase chiusa per un anno e mezzo. Tra classica, moderna, contemporanea e pilates, tutte le attività stanno andando avanti, ma in maniera molto ridotta. I genitori non sono accettati in accademia, gli spogliatoi non vengono utilizzati e gli allievi, come supporto per le loro cose, hanno alcune sedie poste nei corridoi.

Quantificando le perdite si parla del 40% in meno di allievi e del 70% in meno di guadagni, a fronte di spese che vanno avanti, anzi «che sono cresciute – spiega Bartolacci – per il discorso degli aumenti dell’energia». Quello delle scuole di danza è un comparto già provato e allo stremo, sull’orlo del precipizio: ha sofferto e lottato; chiuso, aperto, richiuso, riaperto con la speranza di non spegnere più le luci delle sale prove. Molti centri però non ce l’hanno fatta, e hanno chiuso l’attività per sempre.

Il “capro espiatorio”

Anche le società che svolgono sport all’aperto devono attenersi a norme ben precise. Lo sa bene Antonio Culicetto, presidente dell’Asar Accademia Calcio Riccione, che spiega: «Le difficoltà maggiori le abbiamo avute nell’interpretare il regolamento e farlo recepire. Chi non ha il Green pass può fare allenamento individuale. Ma la cosa che ci ha ferito è essere attaccati da alcuni genitori che ci hanno accusato di emarginare i loro figli perché senza certificazione. Non è colpa nostra, non abbiamo nessun motivo per allontanare i loro figli dalla squadra: semplicemente rispettiamo le norme».

Lo “zoccolo duro” dei no-vax non demorde, sembra anche approfittare delle situazioni dato che – come spiega Culicetto – in alcuni casi «non si limitano a puntare l’indice ma, oltre al danno c’è la beffa: non pagano! Inoltre ci sentiamo attaccati quando il genitore lamenta la frustrazione di un figlio che non può giocare con i compagni e poi diventa aggressivo in casa, investendoci pertanto di colpe che non abbiamo». Come settore giovanile l’accademia dell’Asar ospita 250 allievi, dai 5 ai 17 anni, poi ci sono gli juniores e la prima squadra: anche qui molte le defezioni di chi ha deciso di non vaccinarsi.

Attività aperte, fondi azzerati

Iscrizioni al ribasso e zero recuperi anche per la Ginnastica Riccione, società da sempre fiore all’occhiello dello sport del territorio. La società, nonostante abbiano un ambito agonistico, può godere di agevolazioni per i corsi ma, l’attività è rimasta ferma per sette mesi e le perdite superano l’80%: «È un miracolo se siamo ancora in attività – spiega il presidente della società Ginnastica Riccione Francesco Poesio –. Abbiamo subito una flessione di iscritti, ma ci riteniamo fortunati, dal momento che abbiamo quasi 750 allievi ancora all’attivo. Questo significa che il lavoro che abbiamo fatto ha pagato.

La flessione c’è stata anche per via dell’obbligo del tampone. Essendo a carico delle famiglie, arrivava a costare mensilmente più della quota della palestra». Va da sé che con l’obbligo del Green pass rinforzato la situazione si è aggravata, «a fronte di una organizzazione che segue scrupolosamente controlli e protocolli, il più grande dispiacere – sottolinea Poesio – è la perdita dell’entusiasmo dei giovani nei confronti dello sport, una cosa che deve farci riflettere perché lo sport è vita e salute».

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