Riccione, le distrazioni dell’estate 1923: sole, mare e… bische clandestine

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Dopo le turbolenze balneari e politiche del 1922 – con la rivolta del 24 agosto, l’acquisizione dell’autonomia comunale e le grandi parate fasciste –, l’estate riccionese del 1923 si annuncia serena e persino rilassante. L’ingresso delle “camicie nere” nei più importanti gangli decisionali della vita sociale e amministrativa della cittadina non concede spazio a socialisti e comunisti; i quali, in questo momento di estrema confusione sociale e politica, non hanno alcuna intenzione di scendere in campo e riprendere la bagarre. E senza le solite controversie tra i partiti, la gente si abbandona ai piaceri della stagione dei bagni. Stagione che, stando alle colonne dei giornali locali, registra un notevole incremento turistico. Si parla di un numero eccezionale di bagnanti sulla spiaggia, negli alberghi, lungo i viali, nei ritrovi pubblici. Volti abbronzati ed allegri dai quali trapela tanta voglia di tranquillità e di distrazione. In questo clima di spensieratezza e di totale abbandono alle lusinghe della vacanza riprende quota il gioco d’azzardo. Proibito per legge, il rischioso passatempo incappa nelle severe sanzioni previste e, per aumentarne la vergogna, anche nelle cronache dei periodici. Su La penna fascista di sabato 4 agosto 1923 leggiamo il seguente trafiletto titolato «Sorpresa in una bisca a Riccione»: «Già da tempo era noto specie negli ambienti di Polizia, che a Riccione e precisamente nel Casino mascherato per l’occasione col nome di Circolo dei Forestieri, si tenevano giochi d’azzardo: ma data la posizione del Circolo stesso e le numerose scappatoie che poteva offrire in caso di una irruzione, non vi si era ancora potuto penetrare. Domenica scorsa però il commissario dottor Camillo Galli ed il tenente dei carabinieri Guido Gattinara recatisi in borghese a Riccione riuscirono ad eludere la severa vigilanza ed a penetrare con sorpresa nelle sale da gioco. Unica resistenza fu opposta dal direttore del Circolo signor Enrico Merlo nato a Torino commerciante in gioielli, il quale intesa l’antifona tentava di trattenere il tenente, ma questi con una vigorosa spallata riuscì a liberarsene proseguendo oltre. Furono sorpresi al gioco mentre ferveva lo chemin de fer circa 20 persone fra uomini e donne; furono sequestrate circa 20.000 lire in fiche e 2.417 in liquido, parte delle quali appartenevano al signor Rosmundo Merlo figlio del direttore e nato nel febbraio del 1905, il quale alla pronta irruzione aveva gettato il portafogli. Per ora non pubblichiamo i nomi degli amanti del tavolo verde scovati nella bisca, solo diremo che fra quelli vi era anche un notissimo barbiere riminese. Ci rallegriamo vivamente cogli egregi funzionari per la brillante operazione compiuta, ma vorremmo che questo servizio fosse più accurato e che si facesse rispettare più energicamente quella famosa circolare De Bono». A fare notizia nelle testate giornalistiche non è solo il gioco d’azzardo, naturalmente. Nell’estate del ’23 Riccione balza agli onori della cronaca soprattutto per la vivacità delle sue offerte turistiche, che presentano un calendario ricco di eventi ricreativi, sportivi e culturali. Sì, anche in quest’ultimo settore l’ex borgata, ora con i galloni di città rivierasca, muove i suoi primi passi. Il 30 agosto apre i battenti una intrigante “Rassegna di arte futurista” e a tagliare il nastro inaugurale della manifestazione – accolto da scrosci di applausi – c’è addirittura Filippo Tommaso Marinetti, vate di questo movimento che si propone di superare le vecchie concezioni statiche della pittura con una nuova rappresentazione dinamica, coinvolgente e provocatoria. «Annessa alla mostra – riferisce La Riviera Romagnola il 6 settembre 1923 – c’è un’esposizione di cartelli reclame della Casa ARGO di Bologna». L’evento, che si protrae per una settimana, riscuote un gran successo di pubblico. Due parole sulla Casa ARGO vanno spese, dato che Riccione con questa ditta terrà stretti contatti per anni. A lei si rivolgerà nell’aprile del 1925 per realizzare il suo primo cartellone pubblicitario con la dicitura «Riccione - La perla verde dell’adriatico»: un fortunato slogan che va ad immettersi nella suggestiva immagine di una sirena che gioca in sicurezza tra le onde del mare di una invitante spiaggia. L’ordinativo sarà di 5.000 manifesti, 50.000 cartoline formato postale e 3.000 cartoncini (cfr. Registro della Giunta, deliberazione del 22 aprile 1925, in Archivi Storici Comunali di Riccione). Un’estate, insomma – quella del 1923 –, per tutte le tasche e per tutti i gusti. E proprio per stare al passo con i tempi ed essere competitivi con le altre stazioni balneari dell’Adriatico, torna a riunirsi la Pro Riccione. Abbandonati i temi della “secessione”, il 13 settembre la benemerita società riprende in mano gli obiettivi per cui era nata nel 1905 e ricomincia ad occuparsi «dei problemi attinenti la vita e lo sviluppo del signorile soggiorno romagnolo» (La Riviera Romagnola, 20 settembre 1923).

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