Riccione, il Cocoricò e la sicurezza: "In arrivo 70 telecamere"

Riccione

«Basta demonizzare le discoteche, servono pene più severe e metal detector obbligatori» A sostenerlo è il patròn del Musica, Tito Pinton, che torna sui fatti avvenuti tra la domenica di Pasqua e il lunedì di pasquetta al Cocoricò di Riccione. Due gli episodi: un giovane accoltellato ad un gluteo mentre si scatenava in pista ed un altro ferito qualche ora dopo da una bottigliata nel parcheggio. Paura per le vittime di due aggressioni su cui ora indagano i carabinieri.


Installazione all’ingresso

Potenziare la security dei locali non sembra a Pinton il tassello mancante per risolvere la quadra. «Il problema non sono i presidi che dispieghiamo peraltro con grandi numeri. Dati alla mano, nel weekend pasquale potevo contare su 35 addetti alla sicurezza, oltre che sull’ambulanza con tanto di dottore che staziona all’esterno». Piuttosto, prosegue l’imprenditore veneto, le radici dei problemi vanno rintracciate «nell’impunità di cui talvolta finiscono per godere i responsabili. Una volta accertata la responsabilità, occorre intervenire con pene severe».
Al contempo nota che il loro «è un centro d’aggregazione» e che in nessun ambiente «purtroppo manca una percentuale di delinquenti e stupidi, ma – ribadisce - la questione è che costoro se la cavano spesso, scoglio che fa lievitare il loro numero».
Una soluzione, tra quelle prospettate, potrebbe essere quella di «rendere obbligatorio per tutti il metal detector che io ho già installato, per il controllo di eventuali coltelli o peggio, così possiamo fermare chi è pericolo prima», conclude.


Aree esterne e interne

«Mi dispiace per quanto è successo, - esordisce Enrico Galli, il titolare della Piramide che illumina la collina di Riccione - i controlli nei miei locali sono sempre capillari. La guardia era alta anche nella notte di Pasqua, - aggiunge - con 44 addetti alla sicurezza dislocati dentro e fuori il locale». Fermo restando, prosegue Galli, che «non possiamo frugare nelle tasche delle persone, né tantomeno controllare i loro pensieri». E ancora: «Purtroppo non si può prevedere se qualcuno avrà un raptus o se è un cretino. Condanno qualunque episodio grave si verifichi, beninteso. Purtroppo ne succedono tanti e non solo in discoteca. Quello che noi titolari possiamo fare – rimarca - è controllare e limitare tali situazioni, secondo le norme e gli strumenti che ci sono concessi». Intanto sottolinea che ha già fatto domanda «per un sistema di videosorveglianza con 70 telecamere tale da controllare sia l’area interna che esterna, ma – fa presente - ci sono tempistiche precise da rispettare».

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