Riccione. I ragazzi delle superiori: "Dad? A casa non si fa nulla"

di Allegra Zanni

Abbracci e saluti alla banchina dell’autobus, una pacca sulla spalla e poi ognuno per la sua strada. È un lunedì che sembra un ultimo giorno di scuola, privato però della gioia delle vacanze e dall’aria di festa che ci si aspetterebbe in una situazione del genere. È un ultimo giorno, sì, ma non quello tanto atteso che apre le porte all’estate: un ultimo giorno amaro e obbligato dalla situazione pandemica, che chiude le porte delle camerette degli studenti e apre quelle delle aule virtuali. Al centro studi di Riccione nessuno festeggia per il ritorno della Dad, non dopo un anno di pandemia. «Da casa non si riesce a seguire, facciamo più fatica tutti, noi e i prof» spiegano Martina e Vittoria, studentesse del liceo scientifico Alessandro Volta di Riccione «non sappiamo quando torneremo in classe: organizzarsi è difficile». Un altro ragazzo lo dice in modo più diretto: «A casa non si fa niente». In molti su questo punto avrebbero da ridire, visto l’impegno che i docenti mettono nel reinventare il proprio lavoro e quello che studenti e studentesse dimostrano nel portare avanti compiti a casa e studio. «Al 50 per cento era l’idea» continua Martina «perché riuscivamo comunque a vederci in faccia, a fare i compiti in classe senza problemi ma evitando di assembrarci». L’uscita da scuola, con appena la metà dei ragazzi presenti, avviene infatti senza intoppi: la mascherina la indossano - quasi - tutti e per strada si riescono a mantenere le distanze nonostante i cantiere aperti nelle vie vicine alla scuola. Scene molto diverse rispetto allo scorso autunno, quando, prima dell'istituzione delle fasce di colori, studenti e studentesse si muovevano e vedevano in massa fuori dalla scuola, rendendo spesso vani gli sforzi fatti all’interno delle aule per rispettare le regole alla lettera. «Anche sugli autobus era tutto molto meglio organizzato» spiega Vittoria «la capienza massima veniva rispettata e i primi tempi ci sono stati moltissimi controlli». I mezzi che riaccompagnano i ragazzi a casa viaggiano infatti mezzi vuoti, grazie anche ai mezzi di supporto messi in campo per le linee più affollate.

A preoccupare i ragazzi ora è la solitudine, il non poter vedere i propri amici né in classe, né nel tempo libero o per altre attività. La speranza è che questa volta le misure restrittive durino veramente due sole settimane.

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