Riccione. "Guerra" tra pescatori, denunciate vongolare riminesi

Riccione

Danneggiamento aggravato di beni esposti alla pubblica fede per necessità. È questo il reato ipotizzato nell’esposto presentato dall’avvocato Stefano Caroli alla Procura della Repubblica, per conto di un pescatore riccionese che accusa i comandanti di almeno tre vongolare riminesi, di aver distrutto con le loro eliche e draghe idrauliche, reti e nasse da lui calate per la pesca dei rombi. Danni per 3.600 euro, non coperti da assicurazione, che sarebbero stati causati dalla violazione delle norme sulla pesca e sulla navigazione. Lui, infatti, cala le reti a non più di 300 metri al largo della foce del Marano, parallelamente al litorale fino a circa 200 metri dall’imboccatura del porto canale di Riccione. Specchio di mare dove le vongolare non possono operare. Invece, stando alle testimonianze da lui raccolte, sarebbero state proprio queste imbarcazioni a ridurre le sue reti in brandelli. Attrezzatura che viene segnalata per essere ben visibile anche la notte con 2 piccole boe luminose poste alle estremità e con segnali da pesca galleggianti di colore giallo e nero con l’indicazione del catamarano posizionate ogni 150 metri per tutta la lunghezza della rete.

La “battaglia”

Due gli episodi su cui il pescatore professionista, proprietario di un catamarano iscritto al Registro navi minori e galleggianti di Riccione, vuole fare chiarezza, avvenuti l’11 e il 24 novembre scorsi. In entrambe le circostanze, testimoni gli hanno riferito d’aver visto navigare nella zona in cui aveva calato le reti, tre vongolare. Chi gli ha dato le informazioni è stato talmente preciso da fornire anche il nome delle tre imbarcazioni “denunciate”. Una prova della loro vicinanza alla costa?

Il precedente

Quanto accaduto a novembre è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Da oltre cinque mesi, infatti, stava attendendo risposta alla lettera che l’avvocato Caroli aveva inviato ad un consorzio riminese chiedendo i tracciati delle loro vongolare e capire se fossero state realmente loro a distruggere le sue reti il 13 e 20 luglio e il 23 ottobre del 2010. Una richiesta caduta nel vuoto. Ecco perché, dopo gli ultimi due episodi, alla denuncia presentata all’ufficio della Capitaneria di porto di Riccione, ha fatto immediatamente seguito l’esposto alla Procura.

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