Riccione. Gli hotel: tante presenze, la movida violenta va fermata

Riccione

L’andamento del turismo a Riccione finisce sotto la lente di tre importanti albergatori della Perla verde. Tutti confermano gli ottimi risultati, ma la movida violenta deve essere fermata a ogni costo.

Rita Leardini

Bilancio soddisfacente per Rita Leardini, vice presidente di Federalberghi Riccione e alla guida di sei strutture ricettive. «La stagione è stata positiva e riscontriamo un certo incremento rispetto all’estate del 2019». Conferma che «sono tornati in buon numero gli stranieri che non si vedevano da tempo, come tedeschi e svizzeri. Anzi – incrocia le dita – speriamo che non si tratti di un anno isolato, ma che questi ospiti si siano affezionati alla Riviera».

Sulla movida spaccatutto, fa presente che «è stato necessario mettere un addetto alla sicurezza all’ingresso del hotel We.Me e questo è inconcepibile. Se avessi un albergo a Bogotà – commenta – potrei immaginare di dover mettere in campo questa soluzione, ma non a Riccione in viale Ceccarini». E conclude ricordando che «come Federalberghi abbiamo avuto un incontro con il prefetto e pensiamo ancora che vada rinforzata la presenza delle forze dell’ordine dall’una alle 7 del mattino».

Claudio Righetti

«È stata una stagione molto positiva, anzi è andata oltre le più rosee aspettative» commenta Claudio Righetti, al timone dei Riccione bike hotels. «Siamo tornati al livello del 2018, forse anche meglio – sottolinea –. E anche settembre si preannuncia positivo. Ma è chiaro che il Covid e le problematiche degli ultimi tempi, hanno prodotto una selezione. Ovvero, le strutture serie sono andate in crescendo, quelle che si improvvisavano o erano in bilico hanno ricevuto il colpo di grazia». Fil rouge è che «la gente quest’anno aveva voglia di far vacanza ed anche di spendere. Perciò le permanenze si sono prolungate». Complice un pizzico di fortuna, visto «il meteo propizio». Le presenze? «Al 90% si tratta di italiani – chiarisce – che hanno scelto la garanzia dell’ospitalità romagnola. Il restante 10% riguarda comunque un mercato di prossimità, vale a dire: Germania, Austria e Svizzera. Turisti che, per intenderci, prima della pandemia sceglievano per meta la Spagna, la Grecia o la Croazia». Ma al di là della nazionalità, puntualizza, si tratta «principalmente di famiglie».

Cambiando argomento e affrontando poi la questione “movida spacca tutto”, Righetti allarga le braccia. «La situazione è stata difficile, ma ci si poteva organizzare per tempo, visto che si sapeva sin dall’inverno che gli appartamenti disponibili erano già prenotati, anche nelle località limitrofe». Non si può dimenticare che «i ragazzi che hanno provocato problemi pernottavano a Miramare, Misano o comunque lontano dalla Perla».

Le problematiche, per Righetti, non vanno imputate alla chiusura delle discoteche, ma al tipo di presenze. «I ragazzi arrivati non sono tipi da locali ma vandali abituati a fare i vandali» segnala. E scendendo nei dettagli, ne traccia un identikit: «Parliamo di adolescenti under 18 che finora sceglievano un certo tipo di vacanza all’estero, proprio per creare il caos». Il problema al momento? «È che si riversano in branco a Riccione, perché c’è molta gente ed è una città che fa tendenza. Dopo diventa impossibile controllarli, anche se le Forze dell’ordine fanno davvero tutto il possibile». E mette i puntini sulle “i”. «Un simile quadro andava interpretato e decifrato lo scorso inverno. Ora, come consorzio, proporremo un tavolo comune, visto che siamo già proiettati verso la stagione 2022, anche se lavoreremo ancora un mese e mezzo. Perché avere tanta gente quest’anno è stata una grande opportunità, grazie alla quale le aziende sane hanno potuto mettersi sotto i riflettori. Non bisogna lavorare sul prezzo dunque, offrendo prezzi stracciati, ma sulla qualità».

Stefano Giuliodori

A sottolineare le difficoltà scatenate dai disordini estivi è anche il titolare dell’hotel Dory, Stefano Giuliodori. Che nota: «L’estate è andata abbastanza bene, ma non ripete i dati del 2019, pur avvicinandosi. Fermo restando che chi come noi lavora tutto l’anno ha sofferto tantissimo, perdendo un milione di euro fino al 30 giugno, specie per le chiusure Covid». E rimarca: «La nostra clientela è composta soprattutto da famiglie. E molte, soprattutto quelle di lingua tedesca, hanno già detto che non torneranno qui in vacanza, per gli schiamazzi notturni e la sporcizia». Al netto delle polemiche Giuliodori nota che «nessuno poteva aspettarsi una situazione simile, sebbene sia innegabile che i ragazzi siano rimasti chiusi in gabbia per tutto l’anno». Perciò ora auspica che «le categorie economiche si incontrino per trovare la soluzione migliore».

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